Telegram, nuovo sistema di verifica “per combattere la disinformazione”

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Telegram ha annunciato l’introduzione di una nuova funzionalitĂ  che consente a servizi terzi ufficiali di assegnare icone di verifica a utenti e chat, nell’ambito di un piĂą ampio sforzo per contrastare truffe e disinformazione sulla piattaforma. A differenza del processo di verifica esistente per personaggi pubblici e organizzazioni, che prevede l’assegnazione di un segno di spunta blu, gli account e le chat verificati da servizi terzi mostreranno un’icona unica a sinistra del loro nome. Cliccando sul profilo di una chat o di un account verificato da terze parti, sarĂ  possibile visualizzare il servizio che ha effettuato la verifica e la relativa motivazione.

Ad esempio, il profilo di un account verificato potrebbe riportare la dicitura “Verificato dall’autoritĂ  per gli standard di apprendimento per l’insegnamento di lingue di qualitĂ ”. Secondo quanto dichiarato da Telegram, solo i servizi che dispongono di un bot ufficiale verificato da Telegram possono richiedere di diventare verificatori terzi. Questa misura mira a “prevenire truffe e ridurre la disinformazione”, in linea con iniziative simili implementate da altre piattaforme social.

Questo aggiornamento giunge a pochi mesi dall’arresto del CEO di Telegram, Pavel Durov, da parte delle autoritĂ  francesi, con l’accusa di aver consentito attivitĂ  illegali sulla piattaforma. Da allora, Telegram ha aggiornato la sua politica sulla privacy, disabilitato funzionalitĂ  “utilizzate in modo improprio” e modificato il suo approccio alla moderazione dei contenuti.

Durov ha inoltre annunciato che Telegram ha raggiunto la redditivitĂ  lo scorso anno, con un fatturato totale superiore a 1 miliardo di dollari. Oltre al nuovo sistema di verifica, Telegram ha introdotto anche nuovi filtri di ricerca per facilitare l’individuazione di specifiche chat, la possibilitĂ  di scansionare codici QR utilizzando la fotocamera integrata nell’app su iOS e Android e una funzione per trasformare i regali digitali in NFT.  Adnkronos