C’è chi ha il braccio ingessato e chi è in stampelle. Sono gli studenti che venerdì scorso, il 28 gennaio, hanno subito pesanti cariche da parte della polizia durante una manifestazione in piazza Arbarello a Torino. Scontri che sono al centro di un acceso dibattito in città e che hanno portato il sindaco Stefano Lo Russo a chiedere un cofnronto in Prefettura sulla gestione delle manifestazioni di piazza che si terrà domani, mercoledì 2 febbraio.
Studenti pestati dalla polizia
Quegli stessi studenti hanno voluto raccontare la loro versione rivendicando le ragioni che venerdì scorso li hanno portati in piazza e annunciando che questo venerdì torneranno a menifestare. “Quella mattina siamo scesi in piazza per la morte di Lorenzo e per l’alternanza scuola lavoro. Non siamo scesi in piazza per attaccare le forze dell’ordine o per qualsiasi altra cosa di cui siamo stati accusati“, spiegano durante una conferenza stampa allestita davanti al liceo Gioberti. Lorenzo era un ragazzo morto a Udine durante il suo ultimo giorno di alternanza scuola lavoro in un’azienda meccanica.
“È profondamente ingiusto e sbagliato che venga detto che sono i soggetti dei centri sociali a inveire e ad aizzare gli studenti e le studentesse contro le forze dell’ordine perché questa è una dichiarazione falsa”, spiega una studentessa del Gioberti, “Io sono scesa in piazza per rivendicare l’ingiustizia della morte di un mio coetaneo e avevo portato gessetti e cartelli per esprimere il nostro cordoglio”. Poi la denuncia: “Nel momento in cui abbiamo provato a interloquire con le forze dell’ordine anche per far defluire le persone ci è stato vietato e siamo stati picchiati, e noi ne siamo la prova fisica e psicologica”. www.torinotoday.it