I compagni non riescono a guardare in faccia la realtà neanche se li prende a schiaffoni

L’islam e gli utili idioti di Giampaolo Rossi

LA RIMOZIONE DELLA SINISTRA
Niente da fare, è più forte di loro. Per quanti sforzi facciano (in verità molto pochi) non riescono ad accettare la realtà; anche quando la realtà li prende a schiaffoni e urla: “guardatemi sono qui, davanti a voi!!!â€.
Il loro sistema neuronale è programmato per negare l’evidenza, per cancellare ciò che è, a vantaggio di ciò che pensano sia. La realtà per la sinistra è come l’aglio per i vampiri: appena gliela mostri, scappano urlando posseduti dal demone dell’Ombra.

Un esempio fra tutti: questo editoriale di Ezio Mauro scritto dopo l’orrore di Barcellona, ovviamente su Repubblica. Tra le 4000 parole utilizzate per raccontare la nostra libertà attaccata e minacciata, non troverete una sola volta il termine “Islam†o “musulmaniâ€. Il massimo concesso è “Isis†che vuol dire tutto e nulla. Perché l’Isis è semplicemente l’epifenomeno, la manifestazione visibile e temporanea di un processo storico più complesso che riguarda la guerra secolare interna all’Islam, e la guerra secolare dell’Islam all’Occidente.

Oggi è l’Isis, ieri era Al Qaeda, l’altro ieri era l’OLP… ma può essere ancora la Fratellanza Musulmana ed il suo radicalismo violento e diffuso o l’integralismo salafita e wahabita che alimenta l’odio verso l’Occidente nella moschee europee e nelle scuole coraniche finanziate dagli “alleati†sauditi e da cui provengono, indottrinati e spietati, gli assassini della nostra libertà.
Perché se il problema fosse l’Isis non si capirebbe per quale motivo l’Europa in questi anni non lo ha combattuto laddove ha preso il sopravvento: in Medio Oriente; o perché l’America del “guerrafondaio†Obama, l’Isis lo abbia aiutato a crescere e a radicarsi; o perché l’Occidente ha cercato di abbattere l’unico governo musulmano che sta combattendo l’integralismo ed il terrorismo sul serio: la Siria di Assad, perché in questo momento sono sopratutto i soldati siriani a morire e a sacrificarsi contro le belve mercenarie tafkire che riempiono le schiere di di Al Qaeda e Daesh.

No, il problema della nostra libertà non è l’Isis: ma è la risposta ad una domanda che Ezio Mauro, l’intellighenzia progressista, l’élite mondialista, le leadership incapaci di questa Europa evitano di porre per non dover sconfessare decenni di fallimenti di politiche immigrazioniste e deliri multiculturali imposti a tutti noi. La domanda è: l’Islam è compatibile con i valori dell’Occidente?

L’Islam è sovversione dall’interno, usa la nostra libertà religiosa per sconvolgere quella stessa libertà e imporre la Sharia (Ayan Hirsi Ali)

DAWA
Una risposta a questa domanda ce la dà Ayaan Hirsi Ali, una delle più influenti intellettuali del nostro tempo; di origine somala, naturalizzata olandese, è stata costretta a lasciare l’Europa per le sue battaglie contro l’Islam radicale e riparare in America.
Il suo ultimo libro, “La sfida della Dawaâ€, è un’analisi accurata e precisa sulla incompatibilità dell’Islam con l’Occidente; un’incompatibilità di cui non sembriamo renderci conto perché, come ha spiegato in un’intervista, “noi ci soffermiamo solo sugli atti di violenza ignorando l’ideologia islamista che sottende tali attiâ€. E l’ideologia ha fondamento proprio nella Dawa, il proselitismo islamico base dottrinale per ogni musulmano; perché l’Islam non è una religione come il cristianesimo o il buddismo ma è innanzitutto una “religione politicaâ€.
Noi pensiamo, dice Hirsi Ali, che se eliminiamo i leader estremisti o abbattiamo Isis e Al Qaeda allora fermeremo il jihad “ma ci sbagliamo e questo perché ignoriamo la Dawa “.

La Dawa non ha nulla a che vedere con l’attività missionaria cristiana o con le opere umanitarie e solidali tra credenti di una stessa fede; essa è una vera e propria azione politica che punta all’islamizzazione sociale e civile del paese in cui opera.
L’obiettivo della Dawa non è salvare le anime ma, essendo l’Islam un progetto politico, “distruggere le Istituzioni di una società e sostituirle con la Shariaâ€.
Hirsi Ali spiega nel suo libro che Dawa è per gli islamisti di oggi, ciò che la “lunga marcia attraverso le istituzioni fu per i marxisti del ventesimo secolo: una sovversione dall’interno, l’uso della libertà religiosa per sconvolgere quella stessa libertà“.

I MEZZI: IMMIGRAZIONE E SINISTRA
Dawa impiega diversi mezzi per “raggiungere l’obiettivo di imporre la legge islamica alle societàâ€. Tra questi vale la pena ricordare:

  • L’immigrazione, funzionale a diffondere l’Islam e corrisponde alla Hijrah dottrinale, meritoria per ogni musulmano che la pratica: migrare per poi diffondere la Sharia è compito di ogni credente di Allah
  • La riduzione dello status sociale delle donne per trasformarle in “macchine riproduttive ai fini del mutamento demografico†dell’Occidente
  • L’appoggio “ai partiti politici progressisti nelle società democratiche†perché più inclini “ad accettare le richieste islamiche in nome della coesistenza pacificaâ€

“Gli sforzi di Dawa nei paesi occidentali mirano sia a convertire i non musulmani all’Islam politico, sia a creare opinioni più estreme tra i musulmani esistenti, in linea con la legge della Sharia non riformataâ€.

Dawa è il “Cavallo di Troiaâ€Â con cui l’Islam si traveste da “minoranza†in Occidente, utilizza le garanzie concesse alle minoranze e approfitta degli “utili idioti†che consentono la sua penetrazione.

La violenza islamica, sotto forma di jihad o terrorismo, è solo un’estensione della Dawa che ogni musulmano deve perseguire, anzi, parafrasando Von Clausevitz, è la continuazione della Dawa con altri mezzi.

PERCHÈ NON LO CAPIAMO…
Tutto questo per noi occidentali è difficile da comprendere. Per noi, il rapporto tra religione e politica ha attraversato la storia dell’Europa per centinaia di anni dilaniando coscienze, generando lacerazioni, guerre e percorsi intricati da cui l’Occidente è emerso con una coscienza “modernaâ€.

Oggi, per un cristiano di qualsiasi confessione, la separazione tra Stato e Chiesa è un dato acquisito; il riconoscimento della democrazia come spazio di rappresentanza neutro rispetto alle religioni, non è messo in discussione. Certo la fede non è solo un fatto individuale ma anche un fattore sociale; le Chiese sono e devono essere presenze vive nel pluralismo di una società libera, sopratutto perché il cristianesimo che è la radice senza la quale l’Occidente stesso non esisterebbe. Ma per un cristiano la distinzione tra Dio e Cesare è scontata.
Chi ha fede, ha il diritto e il dovere di perseguire i valori in cui crede ma all’interno di una cornice di accettazione del pluralismo democratico. È giusto che un cattolico sia contrario all’aborto o abbia dei “valori non negoziabili†ed è giusto che si batta per poterli affermare ma nel rispetto delle regole che una democrazia impone, anche quando la tensione tra Stato, libertà individuale e coscienza entrano in conflitto (come nel caso recente del bimbo inglese “soppresso per motivi umanitari†secondo la visione laica). Nessun cattolico sano di mente, si sognerebbe di rimpiangere lo Stato pontificio o agognare ad un sistema teocratico o ad una legge religiosa per organizzare la società in cui vive.

UTILI IDIOTI
Per l’Islam tutto questo è incomprensibile perché la natura della religione islamica è una natura politica.
Il Cristianesimo ha attraversato secoli prima di approdare ad una modernità che esso stesso ha partorito. Come è pensabile che in pochi anni l’Islam in Europa accetti quella modernità di cui esso è un corpo estraneo?

Il problema quindi non è l’Islam in sé, ma l’Islam in Europa. L’estensione demografica della popolazione musulmana in Occidente (favorita da immigrazione o legislazioni comlo Ius Soli) metterà inevitabilmente a rischio le nostre libertà ed il nostro modello di valori.

La sinistra di fronte all’orrore della violenza islamista, preferisce non guardare in faccia la realtà: e cioè che l’Islam è incompatibile con i valori dell’Occidente. L’atteggiamento tipico di ogni “utile idiotaâ€.