Armi a Kiev, cosa prevede il nuovo decreto

Meloni e Crosetto

Sono state necessarie interlocuzioni diretti fra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, con tanto di testo concordato parola per parola dalla premier e dal vicepremier, per sbloccare e dare il via libera al decreto che proroga gli aiuti, civili e militari, all’Ucraina. L’accordo è stato raggiunto nella notte tra il 27 e il 28 dicembre, a poche ore dall’atteso e, probabilmente, decisivo incontro tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump in Florida previsto nella giornata di oggi, 28 dicembre.

Cosa prevede il decreto armi all’Ucraina del governo Meloni

Diviso in tre articoli, il provvedimento prevede aiuti militari in munizioni, artiglieria e ogni altro possibile dispositivo armato utile alla resistenza ucraina, come nei testi precedenti. La differenza, rispetto ai provvedimenti degli scorsi anni, si riconosce nel contributo a tre settori di aiuti civili: in campo sanitario, logistico, e di rafforzamento e ricostruzione della rete elettrica. La misura era già tecnicamente possibile con i precedenti decreti, ma la novità sta nella formulazione semantica: una scelta studiata per soddisfare le richieste della Lega.

Un ulteriore tassello del decreto riguarda un’altra novità, anche se potrebbe essere spostato in un provvedimento successivo, per cui l’ufficio giuridico di Palazzo Chigi sta ancora limando i dettagli. Si tratta di un’assicurazione pubblica destinata ai giornalisti e ai freelance italiani che operano nelle zone di conflitto, rischiando in prima persona nel raccontare la guerra. Per questa categoria sarà introdotta una protezione finanziaria in caso di incidenti durante l’attività professionale.

A quanto ammonta il valore del sostegno militare dell’Italia

Dal 2022 a oggi, sono stati approvati quattro decreti-legge per sostenere militarmente Kiev. Varati in Consiglio dei Ministri, i provvedimenti “cornice” sono stati poi convertiti in legge dalle Camere, permettendo in quattro anni l’invio di dodici pacchetti di aiuti militari, definiti tramite altrettanti decreti interministeriali, per i quali è necessaria solo l’illustrazione al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Tra i pochi elementi confermati dal governo all’interno di quei pacchetti figurano i sistemi di difesa aerea Samp-T, armati con missili Aster, mentre il resto delle forniture resta secretato.

samp-t

Negli anni potrebbero essere stati inclusi anche veicoli per il trasporto truppe come i vecchi M130, blindati Lince, missili spalleggiabili Stinger e Milan, mortai anti-carro, mitragliatrici pesanti e leggere, giubbotti antiproiettile, elmetti, razioni K e munizioni in grande quantità, oltre a gruppi elettrogeni e generatori. Secondo gli ultimi dati del Kiel Institute (aggiornati a ottobre), ammonta a 1,7 miliardi il valore del sostegno militare dell’Italia.

Il sostegno di Meloni all’Ucraina e il confronto con i leader europei

Intanto nella serata di ieri, 27 dicembre, Giorgia Meloni si è collegata, in videoconferenza, con Zelensky, insieme ad altri leader europei, alla vigilia dell’incontro con il presidente statunitense. Al termine del confronto, in cui i leader europei sembrano aver discusso con Zelensky anche di eventuali sacrifici in termini territoriali, Palazzo Chigi ha diffuso un comunicato in linea con le altre capitali della Ue.

La presidente del Consiglio ha in primo luogo sostenuto l’importanza di “tenere unito” il fronte europeo: “Solo attraverso questa solida unità di vedute la Russia può essere posta di fronte alle proprie responsabilità e spinta a dimostrare una reale disponibilità a sedere al tavolo dei negoziati”. Non si ecludono nella giornata di oggi i contatti tra la premier e i leader europei al termine dell’incontro fra Zelensky e Trump.
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