Omicidio Cerciello, condanna ridotta a carabiniere che fotografò il killer bendato

omicidio Cerciello

È stata ridotta in appello la condanna al carabiniere accusato di aver scattato la foto di Gabriel Natale Hjort, uno dei due americani accusati dell’omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, mentre si trovava bendato nella caserma di via in Selci e di averla poi diffusa in un gruppo WhatsApp. Con la sentenza di mercoledì 19 novembre, la pena è passata da un anno, in primo grado, a cinque mesi e dieci giorni per rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio. Il militare, inoltre, è stato assolto dall’accusa di abuso d’ufficio, perché il fatto non è più previsto come reato dalla legge.

Le parole dell’avvocato

Andrea Falcetta, avvocato del militare dell’Arma, ha detto: “Il carabiniere Silvio Pellegrini ha sofferto ben 6 anni di processo. Questa vicenda ha procurato sia a lui che alla sua famiglia un terremoto emotivo ma anche economico visto che è stato per 10 mesi sospeso dal servizio attivo con lo stipendio ridotto al 50 per cento nonché spogliato sia del distintivo che dell’arma di ordinanza”.

“Un terremoto emotivo”

“Otto encomi di cui due solenni accumulati – ha proseguito il legale – avrebbero in questa circostanza meritato il nono encomio invece che una condanna visto che come si direbbe in quel “gergo poliziesco” che ci fa tanto inorridire (ma che invece poi però finisce per piacere ai benpensanti quando le vittime sono loro) “li ha presi lui”. Li ha presi lui perché con la sua esperienza ha individuato una traccia ematica che altri avevano scambiato per “morchia” di motorini allegramente parcheggiati sui marciapiedi, per cui subito dopo è entrato nell’Hotel Le Meridien ricevendo conferma che i due sospettati alloggiavano proprio lì”.
www.romatoday.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *