Rapine a Bologna, arrestati tre 20enni marocchini

Rapine a Bologna

Sono finiti in carcere i tre giovani accusati di una serie di colpi messi a segno in pieno centro a Bologna, anche di giorno

Il racconto della polizia e la ricostruzione delle indagini: un balletto o una provocazione, con la scusa di avvicinare la vittima per poi circondarla e prendersi, con forza, quello che volevano. Agivano così i tre cittadini marocchini, tutti ventenni, accusati di aver commesso altrettante rapine in città, e finiti in carcere dopo che la polizia della Squadra mobile di Bologna ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare a loro carico.

Tra shopping e turisti, così colpiva il gruppo

Le indagini sono scattate dopo che la serie di rapine e furti con strappo di collanine d’oro era diventata evidente. I colpi si concentravano in via Indipendenza, anche alla luce del sole, tra shopping, turisti e cantieri del tram.

Gli investigatori sono usciti a individuarli grazie a un appostamento anti-rapina: pedinando i tre ragazzi, hanno notato che avvicinavano i passanti con varie scuse e riuscivano, piazzandosi davanti, dietro e di lato ai malcapitati, a rallentarne o bloccarne il passo. A questo punto avveniva l’aggressione e lo strappo.

In un caso, il gruppetto si è spinto anche a colpire al petto con i pugni una potenziale vittima, prima di fuggire con la refurtiva; in altri, invece, l’obiettivo dei ladri riusciva a evitare l’approccio, insospettito dal loro comportamento.

Tre in arresto dopo un inseguimento

Gli agenti a un certo punto si sono qualificati per bloccare il gruppetto; i tre alla vista dei distintivi sono scappati. Due di questi, però, dopo un rocambolesco inseguimento, sono stati bloccati e portati in questura. Nel frattempo, gli agenti hanno recuperato anche una catenina d’oro, identificando la vittima a cui è stata restituita: proprio il giovane cui erano stati inferti i colpi al petto.

Le riprese utilizzate per le indagini mostrano chiaramente il modus operandi (che include anche approcci particolari come balletti) dei rapinatori, che approfittando della distrazione delle vittime mettono poi a segno il colpo facendo violenza. Ė il commissario capo della Squadra mobile Giacomo Uboldi a spiegare cosa accade fotogramma per fotogramma.
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