Bertinotti mette all’asta due Warhol: “Ho bisogno di soldi”

Berrtinotti

“Così la smetteranno di ironizzare sulle ricchezze dei comunisti”, dice Fausto Bertinotti a Concetto Vecchio sulla Repubblica

Il 2 luglio, nella casa d’aste Finarte, a Milano, andranno all’incanto anche due serigrafie raffiguranti Mao Tse Tung di Andy Warhol, datate 1972, di proprietà dell’ex presidente della Camera e di sua moglie, Lella. Le ebbero in eredità dal banchiere Mario D’Urso, amico carissimo della coppia, e di molti potenti, da Kissinger ad Agnelli, sottosegretario nel governo Dini, un simbolo della dolce vita romana morto dieci anni fa.

Si è molto parlato, negli anni, di questa singolare relazione, tra il ricchissimo uomo d’affari – una vita nel cda di Lehman Brothers – e l’ex capo di Rifondazione comunista.

E specialmente «si è troppo favoleggiato del valore delle serigrafie», puntualizza ora Bertinotti. «Sostenevano che valessero milioni e milioni di euro. Cifre spropositate. Se va sul sito di Finarte vedrà che si parte da una base di 20-30mila euro l’una». Ora il suo divertimento consiste propriamente nello smascheramento dell’effettivo valore delle due opere. «Mi prendo così una piccola vendetta sui pettegoli e gli invidiosi che ci hanno ricamato sopra», aggiunge un filo piccato. «Dovrebbero scusarsi per tutte le cattiverie che sono state dette».

Sul motivo della vendita: “Ho bisogno di soldi”, dice Bertinotti.
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