Andrea Sane Romero ha condotto una lunga ricerca indipendente sul tema dell’immigrazione, offrendo una visione alternativa e originale: in alcuni soggetti l’accoglienza non sarebbe motivata solo da ragioni umanitarie, ma da un feticismo erotico nei confronti degli immigrati, in particolare dei maschi neri.
L’autore introduce il termine “accoglienza sessuale” per definire questa forma di accoglienza apparentemente altruistica, ma in realtà alimentata da desideri e dinamiche sessuali spesso inconsapevoli o non dichiarate nemmeno dagli stessi soggetti coinvolti. Nonostante la delicatezza dei temi trattati, il saggio mantiene un linguaggio chiaro e accessibile.
Per questa ricerca, l’autore attinge a una vasta gamma di fonti: articoli di stampa, annunci online, chat erotiche, profili social, forum, contenuti pornografici, interviste, cultura popolare e prodotti commerciali, tutti accomunati dalla ricorrenza del desiderio sessualizzato verso persone migranti o “razzializzate”.
L’autore dimostra che si tratta di un fenomeno diffuso, ben oltre singoli casi isolati.
Vengono identificate due principali tipologie di comportamento:
Accoglientista sessuale celato: quando il feticismo viene negato e mascherato da impegno morale e attivismo umanitario.
Accoglientista sessuale manifesto: quando l’aspetto feticistico emerge apertamente anche sui social.
Il saggio esamina alcuni aspetti psicologici come:
La deumanizzazione dei neri
Nel discorso pornografico e mediatico, gli uomini neri vengono ridotti a immagini ipersessualizzate, focalizzate sui genitali, privandoli della loro individualità.
Al contempo, nella narrativa dell’accoglienza umanitaria, appaiono infantilizzati e dipinti come eterni bisognosi della guida occidentale. Due facce della stessa deumanizzazione: da un lato l’oggettivazione animalesca, dall’altro la svalutazione paternalista.
Il narcisismo morale
L’autore analizza anche il fenomeno del narcisismo morale: il piacere di sentirsi superiori agli altri perché percepiti come più empatici, accoglienti e giusti.
Sotto questa immagine altruistica possono celarsi bisogni di approvazione sociale, senso di superiorità e autoassoluzione da eventuali conflitti interiori.
La dipendenza dalla pornografia
L’accesso precoce e illimitato alla pornografia online espone i giovani a modelli sessuali distorti, spesso basati su stereotipi razziali. Questo tipo di esposizione può condizionare precocemente il desiderio e alimentare fantasie feticizzanti, fino a sfociare in forme di dipendenza.
Il desiderio come forma di potere nascosto
Nelle dinamiche analizzate nel libro emerge come il desiderio sessuale, anche quando sembra un atto di ammirazione o apertura verso l’altro, nasconda spesso una forma di controllo e dominio. Chi desidera finisce per oggettificare l’altro, riducendolo a strumento per la propria gratificazione. Nel caso della feticizzazione razziale, il corpo dell’altro, in particolare il maschio nero, viene privato della sua individualità e trasformato in simbolo esotico, virile e ipersessualizzato. Così il desiderio diventa una modalità sottile di appropriazione dell’identità altrui, alimentando meccanismi di potere psicologico e culturale mascherati da empatia o accoglienza.
Il negazionismo, l’aggressività di chi non vuole vedere.
Viene inoltre messo in luce come alcuni accoglientisti sessuali, spinti da questa dinamica, possano sviluppare atteggiamenti particolarmente aggressivi e denigratori verso chiunque esprima critiche o perplessità sull’immigrazione indiscriminata, negando quello che possa mettere in cattiva luce l’oggetto del loro feticcio e erigendosi parallelamente a paladini della moralità e della giustizia sociale come forma di compensazione e autoassoluzione.
Il saggio analizza i vari aspetti che influerebbero queste dinamiche:
Ruolo della pornografia: la crescente esposizione alla pornografia, soprattutto interrazziale, che alimenterebbe stereotipi razziali e incide sulle fantasie sessuali.
Fattore demografico: l’esplosione demografica africana, che spinge multinazionali e industria culturale a promuovere modelli e attori africani, usando come pretesto temi come l’inclusione.
Ibristofilia: attrazione, soprattutto femminile, verso soggetti percepiti come pericolosi o dominanti. In questo contesto, le notizie che dipingerebbero gli immigrati come pericolosi, in determinati soggetti con tendenze ibristofile, potrebbe aumentare il desiderio verso gli stranieri.
Eredità del colonialismo: viene analizzato come il retaggio del periodo coloniale, con il suo paternalismo, il mito dell’esotico e l’oggettificazione dei neri, continui a influenzare l’immaginario contemporaneo. La narrativa post-coloniale, sfruttando il senso di colpa occidentale per le ingiustizie del passato, alimenta fenomeni come la cancel culture e nuove forme di oggettificazione razziale, che ripropongono sotto nuove vesti dinamiche di dominazione e feticizzazione degli stranieri.
Influenza dell’editoria femminile e del mercato: analisi del ruolo dei media e dei mercato di prodotti rivolti ad un pubblico femminile nel consolidare questi immaginari.
Infine, il libro analizza come queste dinamiche influenzino il dibattito pubblico, la rappresentazione mediatica degli stranieri e perfino i rapporti interpersonali, contribuendo a una forma di razzializzazione erotica di cui spesso non si è consapevoli.
In conclusione, Accoglienza Sessuale si presenta come un saggio che, pur nella sua brevità, affronta senza retorica un tema scomodo, offrendo al lettore strumenti per interrogarsi su quanto, dietro parole come “accoglienza” e “inclusione”, possano celarsi dinamiche meno dichiarate. Un lavoro capace di mettere in discussione narrazioni ormai consolidate.