Così il Pd punta sugli Imam per qualche voto. Ricci corteggia l’Islam

Pesaro, Matteo Ricci Pd

I camaleonti di Pesaro, l’ennesima trasformazione dei “dem locali” per adattarsi alla causa rossa della compagna Schlein

di Edoardo Sirignano – Le regionali si avvicinano e il partito marchigiano deve dimostrare di non avere più niente a che vedere col solito “centro”, prerogativa di quelle zone, ma di poter abbracciare anche mondi nuovi. Ecco perché nella provincia di Ricci (il candidato in pectore del Nazareno, una volta renziano) spunta il ciclo di incontri sul mondo islamico che tanto piace alla sinistra. Conversazioni sul testo coranico e sui califfati sono solo alcuni dei temi trattati. Un confronto suggestivo, ad esempio, si è già svolto qualche giorno fa.

Nella sala “Pierangeli” della Provincia, si è parlato di «Jihad come differenza e destino». Obiettivo dell’iniziativa non è certamente inneggiare alla Guerra Santa, ma piuttosto dare una chiara impronta culturale a una comunità che, negli ultimi mesi, vede il “popolo in kefiah” più di un semplice bacino elettorale da conquistare. Motivo per cui tale iniziativa riceve tutti i patrocini possibili e immaginabili, compreso quello del Comune dove l’europarlamentare, adesso in corsa per la Regione, era sindaco. Stiamo parlando dello stesso municipio noto alle cronache giudiziarie per l’inchiesta “Affidopoli”.

Qualche malpensante, dunque, pensa all’ennesimo consiglio del furbo Bettini per far diventare l’ “altro Matteo” più simpatico al gotha capitolino del campo largo, meno democristiano di un tempo. Goffredo, d’altronde, è un visionario e sa bene che una svolta immediata potrebbe convincere anche gli ormai sempre più progressisti pentastellati a sposare la causa di Ricci, pure se nel suo contenitore c’è più di qualche “leopoldiano mascherato”.

Il suo pupillo in occhiali, d’altronde, è bravissimo a indossare l’abito giusto per l’occasione. Nella sua dimora, e non solo, viene riconosciuto come “campione indiscusso di mutazioni”. Non sarebbe passato diversamente dal “Big Bang” di Firenze, in cui stato consigliere fedelissimo del giglio, a riferimento per gli amici del compagno che parlava sulle sedie nei ristoranti capitolini.

Pioggia di soldi Ue per promuovere l’Islam negli atenei

Lo stratega Bettini non è uno che sceglie a caso e certamente non avrebbe puntato alle ultime europee su uno che non ascolta i consigli degli anziani e non sa adattarsi a tutte le stagioni democratiche. Missione sempre riuscita al pesarese che, pur di scalare posizioni nelle graduatorie del potere rosso, riesce a imbucarsi in qualsiasi salotto, da quello del padre dell’Ulivo Prodi fino a quelli senza moquette della Cgil. Insomma, chi ne ha più ne metta. Machiavelli, d’altronde, insegnava: «il fine giustifica i mezzi».
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