Il Green Deal europeo, con le sue direttive decise a tavolino, rischia di trasformarsi in un salasso per i cittadini
Dopo il blocco delle auto Euro 5, che colpisce 1,5 milioni di veicoli (più 6 milioni di Euro 0-4), Bruxelles minaccia sanzioni a Regioni e governo italiano se non applicheranno lo stop. Chi guida auto datate non lo fa per scelta, ma per necessità economiche: con salari stagnanti e inflazione in crescita, sostituire un veicolo vecchio è un lusso che pochi possono permettersi. Una multa di 168 euro o la sospensione della patente costringeranno molti a rottamare o parcheggiare l’auto.
Il punto centrale è che il Green Deal non si limita alle auto
Le sue follie ideologiche si estendono a caldaie a gas, presto sostituite da impianti più costosi, e a case non a emissioni zero, che rischiano di diventare invendibili o non finanziabili senza costose ristrutturazioni. Persino il cemento armato potrebbe avere una “data di scadenza”, obbligando a demolizioni e ricostruzioni. Queste misure, decise senza considerare l’impatto economico, pesano sui portafogli dei cittadini, già provati da anni di crisi.
L’Europa ignora che chi usa veicoli o case datate non lo fa per ideologia, ma per mancanza di alternative. Il blocco delle auto è solo l’inizio: la transizione verde si sta rivelando una via crucis di costi insostenibili, che rischia di strangolare l’economia e lasciare milioni di italiani senza soluzioni praticabili. Serve un approccio realistico, non dogmatico, per evitare il collasso.
(La Verità, Maurizio Belpietro, 13 giugno 2025)
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