Condanna definitiva. La Corte di Cassazione ha infatti confermato le condanne per gli imputati nel processo sulla ‘mafia nigeriana’ a Ferrara
La storia giudiziaria
Un’organizzazione responsabile di traffico internazionale di droga, violenze efferate, controllo territoriale armato e intimidazione sistematica nella nostra città, in particolare nella zona Gad, tra il 2014 e il 2019. Di fatto, dunque, sono stati rigettati i ricorsi presentati dalle difese degli esponenti del clan ‘Vikings Arobaga’.
Le sentenze precedenti – quella del Tribunale di Ferrara nel 2023 e della Corte di Appello nel 2024 – hanno tracciato un quadro netto e al contempo drammatico: Ferrara, insieme ad altre città italiane (Parma, Padova, Vicenza, Venezia e Torino), era diventata uno snodo strategico del narcotraffico gestito da un sodalizio mafioso di matrice etnico-tribale, dotato di una rigida gerarchia, un linguaggio in codice, rituali di affiliazione violenti e un potere coercitivo proprio delle organizzazioni mafiose.
Nel secondo grado di giudizio erano stati condannati 17 imputati degli Arobaga Vikings. Il Comune di Ferrara, costituitosi parte civile in tutti i gradi di giudizio e anche dinanzi agli ermellini, aveva già ottenuto il riconoscimento a un risarcimento di 100mila euro e il riconoscimento del danno morale subito dalla comunità cittadina. Per il Comune di Ferrara, assistito dall’avvocato Giacomo Forlani, era presente in aula l’assessore Cristina Coletti.
Il commento
“Il vero valore di questa sentenza è simbolico e civico: la pluricondanna emessa oggi dalla Cassazione non è che il riconoscimento formale e giuridico di quanto già sapevamo fin dall’inizio di questa battaglia. È il riconoscimento di una verità che per troppo tempo è stata ignorata”, sono state le prime parole a commento del sindaco di Ferrara, Alan Fabbri.
“Oggi esultiamo – incalza il primo cittadino -, ma chi pensa che la guerra è finita si sbaglia. Non dobbiamo mai abbassare la guardia, continuando ogni giorno con i presìdi, con la repressione e con la riqualificazione, restituendo bellezza e sicurezza a spazi che per troppo tempo erano stati lasciati all’indifferenza e al degrado, pensando di estirpare un’organizzazione mafiosa con una biblioteca”.
“Oggi si chiude definitivamente una delle pagine più buie di Ferrara – ha precisato Nicola Lodi, ex vicesindaco -. Questo è ciò che abbiamo dovuto subire per anni e, mentre i ferraresi vivevano nella paura, la politica che ha fatto dell’accoglienza indiscriminata il suo cavallo di battaglia ha preferito fingere che il problema non esistesse, minimizzando o addirittura negando la gravità della situazione. Ci dissero addirittura che cavalcavamo le paure dei cittadini per racimolare voti. Oggi, finalmente, possiamo mettere un punto definitivo. I cittadini di Ferrara meritavano giustizia e finalmente l’hanno ottenuta”.
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