Neonata portata dal Marocco in una busta di plastica, “lanciamola dalla finestra o chiudiamola nel forno”

neonata morta

Sono frasi che lasciano esterrefatti: “Lanciamola dalla finestra, così qualcuno può prenderla e scappare, o chiudiamola nel forno”

Intercettati dagli inquirenti, ecco cosa dicono i due coniugi accusati di immigrazione clandestina per aver portato fino a Torino, chiusa in una busta di plastica e forse addormentata con uno sciroppo perché non piangesse, una neonata di origini marocchine che non è loro figlia. È stato un viaggio lunghissimo, in nave da Tangeri a Genova, poi in auto fino all’ospedale Regina Margherita, dove hanno portato la bambina ben consapevoli che stesse male.

La storia risale agli ultimi mesi dei 2024. Con altre due persone che avrebbero poi custodito la neonata in Italia, marito (65 anni) e moglie (46) sono stati arrestati e si trovano in carcere. Tramite i loro avvocati, nei mesi scorsi, hanno presentato un’istanza per chiedere la scarcerazione. Il documento dei giudici del tribunale di Torino, che respinge la loro richiesta, ricostruisce il loro piano folle, con dettagli inediti e inquietanti. Intanto, va ancora chiarito con che modalità siano riusciti ad avere tra le loro mani la piccola e se ci fosse un accordo con la sua famiglia naturale.

Complici spietati

Solo la donna ha viaggiato in nave con la piccola, accompagnata anche dai suoi tre figli. Per i magistrati, però, non ci sono dubbi che ci fosse un “accordo” con il marito, visto che i due si scambiavano foto della piccola già a settembre 2024. Poi si sono chiamati con insistenza via WhatsApp, fino a quando, per tre giorni, hanno interrotto le comunicazioni: era il periodo del viaggio in nave.

Il racconto del mediatore

Per ricostruire la vicenda nel dettaglio, gli inquirenti si sono basati anche sul racconto di un mediatore culturale che conosce la coppia da diverso tempo. I due, infatti, sono seguiti dai servizi sociali per precedenti problemi familiari. Finiti nei guai, hanno provato ad accusarsi a vicenda, con racconti molto incoerenti. Lo stesso mediatore ha confermato che il presunto certificato di nascita della bimba mostrato dalla coppia durante le indagini è falso.

Il piano per disfarsi della bimba

Non ci sono dubbi che la piccola sia stata messa in pericolo di vita, in questo viaggio lungo e pieno di rischi. I giudici hanno anche documentato le strategie che marito e moglie stavano valutando per provare a disfarsi della neonata, in un secondo momento affidata a un’altra famiglia. Pur di non finire nei guai, sarebbero stati disposti a lanciarla dalla finestra a un loro connazionale. Valutavano anche di metterla nel forno.

La magia nera

Tutti questi elementi dimostrano la “spiccata gravità” dei fatti commessi. Per questo, marito e moglie rimangono in carcere. Non solo: soprattutto per lei, è concreto il timore che faccia pressioni su altri perché dicano dichiarazioni falsi, che attenuino le sue responsabilità. I magistrati, infatti, sostengono che “usi la magia nera per tenere in soggezione persino le assistenti sociali”.
www.torinotoday.it

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