La cosa assolutamente fondamentale è che il prossimo papa sia eletto da un conclave regolare, formato dai soli veri cardinali
di Andrea Cionci – Per capire le cose fondamentali del prossimo conclave, è necessario che i cattolici ri-entrino in un’ottica di successione dinastica: il papato è, infatti, una monarchia. Mentre nelle monarchie laiche c’è una successione biologico-familiare, il papato si trasmette attraverso una sorta di DNA spirituale costituito dal Munus Petrino. E’ l’investitura di Vicario di Cristo che deriva direttamente da Dio. Alla morte o alla valida abdicazione del pontefice in carica, questo “testimone”, il Munus, viene restituito a Dio. Solo dopo un legittimo e regolare conclave, Dio fornisce nuovamente il Munus al nuovo papa.
Nella Chiesa Cattolica, quindi, un legittimo papa con il Munus, può essere eletto solo dai veri cardinali, nominati da veri papi. Nel nostro tempo, sopravvivono veri cardinali nominati solo da papa Benedetto XVI e Giovanni Paolo II. I cardinali nominati da Bergoglio sono invalidi, in quanto egli non è mai stato il vero papa: Benedetto XVI si era posto in sede impedita e non aveva mai abdicato, appunto rinunciando al munus, come vorrebbe il canone 332.2. https://www.youtube.com/watch?v=7IbUs-K5KjY
Dunque, solo i cardinali di nomina pre-2013 hanno il potere di eleggere un vero papa che avrà il Munus Petrino, l’investitura che, in ottica di fede, deriva direttamente da Dio e conferisce al pontefice l’infallibilità e l’assistenza speciale dello Spirito Santo. Il munus, infatti, in ottica di fede, è la garanzia che il Padre Eterno pone sul successore di San Pietro, Vicario di Gesù Cristo.
Attualmente, i veri cardinali nominati da Benedetto XVI e da Giovanni Paolo II sono circa 28. I cardinali nominati dall’antipapa Francesco non sono veri cardinali, quindi non hanno diritto di entrare in conclave. Se tale intromissione si verificherà, il conclave sarà nullo e invalido, perché verrà contraddetta la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis di Giovanni Paolo II, la quale impone che solo veri cardinali elettori possano votare ed esclude qualsiasi altra dignità ecclesiastica. Se non si rispetteranno le regole della Universi Dominici Gregis, sarà eletto un altro antipapa, privo del Munus Petrino. Potrebbe anche essere un sant’uomo, ma non avrà l’investitura di Dio, l’assistenza speciale dello Spirito Santo e non avrà l’infallibilità garantita da una legittima successione Petrina. Così si interromperà quella linea successoria che deriva ininterrottamente da San Pietro, e la Chiesa cattolica potrebbe finire.
Non è necessario essere un ecclesiastico per essere papa: secondo le regole, possono essere eletti papi solo individui maschi, celibi, battezzati, privi di sanzioni canoniche, e in età superiore a 35 anni per poter essere ordinati vescovi (di Roma). Quindi, può essere eletto anche un laico, purché sia, chiaramente, una persona che si distingua per la sua fede, probità morale, ed altre qualità simili. Com’è scritto nell’articolo 83 della Universi Dominici Gregis, “[I cardinali elettori, n.d.r.] avendo dinanzi agli occhi unicamente la gloria di Dio ed il bene della Chiesa, dopo aver implorato il divino aiuto, diano il loro voto a colui che anche fuori del Collegio Cardinalizio avranno giudicato idoneo più degli altri a reggere con frutto e utilità la Chiesa universale”.
L’articolo 35 della Universi Domenici Gregis ci ricorda che i cardinali elettori non possono essere esclusi per nessun motivo dall’elezione, sia attiva che passiva; dunque, tutti i cardinali elettori possono non solo eleggere il papa, ma anche essere eletti papa.
La cosa assolutamente fondamentale è che il prossimo papa sia eletto da un conclave regolare, formato dai soli veri cardinali. Il Munus Petrino è tutto per i cattolici, perché solo dove c’è Pietro c’è la Chiesa (Ubi Petrus, ibi Ecclesia).
Se Pietro non è il vero Pietro, non c’è la Chiesa, non c’è il custode della dottrina e la fede non può essere custodita, tramandata, ampliata, sviluppata sempre in armonia con la parola e il magistero dei papi precedenti.
Il papa legittimo è l’unica cosa che conta per i cattolici, senza un papa regolarmente eletto non c’è niente; non deve essere per forza un santo, perché lo Spirito Santo gli dona l’infallibilità, non l’impeccabilità. Nel passato ci sono stati papi che, a livello personale, hanno avuto una condotta discutibile, ma sono stati integerrimi custodi della dottrina; uno su tutti, Alessandro VI Borgia, al quale si deve la seconda parte dell’Ave Maria: “Santa Maria Madre di Dio…”. Nonostante i suoi peccati personali (molto ingigantiti dalla storiografia a lui ostile), è stato un grande papa, un grande guardiano della fede.
È necessario che i cattolici entrino in un’ottica di successione dinastica: il papato è una monarchia. Mentre nelle monarchie laiche c’è una successione biologico-familiare, il papato trasmette il DNA spirituale, il Munus Petrino. È come una staffetta, in cui i pontefici si passano il testimone, che è il Munus Petrino. Tuttavia, con la morte o la valida abdicazione del pontefice in carica, questo testimone viene restituito a Dio prima di passare al successore, solo tramite una valida elezione.