La corte di Cassazione ha ribaltato l’ordinanza della corte d’Appello di Roma, annullando la confisca dei beni a Griselda Filipi, compagna di Christian Casamonica
La vicenda risale all’operazione ‘Noi proteggiamo Roma’ nella quale è stata riconosciuto lo status mafioso al clan. Il provvedimento di confisca, emesso lo scorso marzo 2024, riguardava, tra i tanti beni, anche un importante complesso aziendale di una società L.M.A. e un immobile situato nella Capitale.
La società, secondo l’accusa intestata falsamente a Griselda Filipi, sarebbe stata invece riconducibile a Christian Casamonica che così gestiva in modo un impianto di distribuzione carburanti e un esercizio commerciale a San Cesareo. Accuse pesanti che emergono anche dal processo penale a suo carico, istruito dalla direzione distrettuale antimafia. L’accoglimento del ricorso, presentato dall’avvocato Dario Vannetiello del foro di Napoli, segna un colpo di scena nel quadro giudiziario che vede la Filipi coinvolta.
“Si tratta del terzo successo consecutivo ottenuto dalla Filipi in Cassazione, un evento rarissimo nella storia giudiziaria del clan. – ha commentato l’avvocato Vannetiello – Prima di questo annullamento, la Suprema Corte aveva già ribaltato due decisioni sul clan Casamonica: il 12 gennaio 2021, quando la seconda sezione annullò con rinvio l’ordinanza del tribunale di Roma relativa all’accusa di associazione mafiosa, e il 24 novembre 2023, con l’annullamento della condanna per partecipazione a un’associazione di stampo mafioso”. Diverso l’esito per Giuseppe e Guerrino Casamonica, i cui ricorsi sono stati respinti, rendendo definitiva la confisca dei loro beni. Ora l’attenzione si sposta sulle motivazioni della decisione che potrebbero aprire nuovi scenari giudiziari.
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