Ancora problemi all’interno del carcere minorile Beccaria di Milano: due fratelli italiani di origine egiziana sono riusciti a evadere nel pomeriggio di domenica, verso le 15.45. A loro, alcune ore dopo, si è aggiunto un terzo ragazzo, anche lui italiano. Avrebbero semplicemente scavalcato il muro di cinta. A darne notizia è il Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe). ”Quel che è avvenuto è davvero incredibile e sconcertante”, spiega Alfonso Greco, segretario lombardo del Sappe.
Dentro al Beccaria: il lento declino del carcere modello
”I due evasi erano nel gruppo avanzato e sono gli stessi che si sono resi promotori delle rivolte scorse e mai trasferiti nonostante i comportamenti pregressi. Tra l’altro, uno dei fratelli è la terza volta che tenta di evadere“, racconta Greco. Che rilancia: “Cos’altro serve per capire che le carceri per minori non sono collegi dove stanno ragazzini indisciplinati ma vere e proprie galere che detengono delinquenti e criminali, ancorché qualche minorenne?”.
“Sono mesi che il Sappe chiede di prendere posizione a livello ministeriale a tutela di chi in carcere lavora in prima linea, ossia le donne e gli uomini della polizia penitenziaria”, prosegue Greco al quale si aggiunge il segretario generale del Sappe, Donato Capece: ”da molto, troppo tempo arrivano segnali preoccupanti dall’universo penitenziario minorile”.
Chi sono i ragazzini evasi dal carcere
“Uno dei due – racconta il segretario generale Uilpa polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio – era già fuggito nel giugno scorso e rintracciato nel giro di qualche giorno. Non c’è pace evidentemente nelle carceri del Paese, che si guardi al circuito per minori, in cui permangono detenuti fino al venticinquesimo anno d’età, o a quello per adulti. E quanto accade, ovviamente, non è frutto del caso, ma ha responsabilità precise da ricercarsi nel pressapochismo politico e amministrativo che imperversa ormai da troppi anni”.
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