Letta: “Troppo distacco dagli Usa. Vergogna il 78% di forniture militari extra Ue”

enrico letta

“Se non siamo in grado di crescere, continueremo con questa vergogna dell’80% o più precisamente del 78% delle forniture militari non europee che abbiamo acquistato come europei”

“Il Mercato Unico è sempre stato e deve continuare ad essere fulcro e motore dell’integrazione dell’Ue”, ma nulla “sarà possibile, compreso e accettato dalle nostre opinioni pubbliche senza la partecipazione attiva e un reale coinvolgimento dei cittadini europei. Il momento di agire è adesso”.

Lo ha detto Enrico Letta incontrando la stampa con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, alla vigilia della presentazione del Rapporto sul Mercato unico (‘Much more than a market – Speed, security, solidarity’) ai leader europei riuniti a Bruxelles nel Consiglio straordinario convocato dalla presidenza di turno belga. L’ex premier, in un corposo testo di 150 pagine guarda dritto alle Europee: l’integrazione dell’Ue deve essere “parte cruciale del dibattito elettorale”, dice, presentando il suo lavoro con cui affianca Mario Draghi, autore di un altro rapporto speculare sulla competitività europea.

Proprio sulla competitività, al centro della seconda giornata del Consiglio europeo, le posizioni dei 27 Paesi membri – a quanto si apprende da fonti diplomatiche europee – sono ancora piuttosto distanti. Il titolo del capitolo fa riferimento a un “New Deal” che rilanci la competitività dell’Europa ma, nel merito, permane la contrarietà dei “frugali” a una maggiore integrazione del mercato dei capitali e alla possibilità del debito comune.

Il tema sarà introdotto proprio dal Report sul Mercato unico che Enrico Letta illustrerà ai leader. Il report, viene spiegato, è la prima parte di un percorso che avrà come prossime tappe l‘agenda strategica Ue, sul tavolo del Consiglio europeo di giugno, e il report di Mario Draghi, formalmente ancora non calendarizzato.

“L’Ue deve fare un salto di qualità: i nodi ‘difesa’ e tlc”

Di fronte alle sfide enormi che ha davanti, l’Unione deve compiere un salto di qualità, altrimenti è destinata a soccombere a potenze come Stati Uniti e Cina. Questo il messaggio di Letta che prende di mira due settori strategici nei quali individua gravi debolezze nell’assetto europeo: la difesa e le telecomunicazioni.

Nella difesa “mai prima d’ora c’è stata una tale urgenza di sviluppare le nostre capacità industriali per essere autonomi in ambito strategico. Poiché l’applicazione del quadro del mercato unico non è oggi fattibile a causa della natura intrinseca di questo settore, avanzare verso lo sviluppo di un “mercato comune per l’industria della sicurezza e della difesa” è fondamentale per conferire all’Ue i mezzi necessari per affrontare le sfide attuali e future per la sicurezza”, spiega Letta segnalando che proprio nella difesa c’è un “potenziale non sfruttato dell’Ue”.

“La logica è semplice: la sicurezza deve essere affrontata in una dimensione globale e la nostra capacità industriale nei settori della sicurezza e della difesa deve subire una trasformazione radicale”. Tra le priorità quella di “sostenere l’occupazione e le industrie in Europa, piuttosto che finanziare lo sviluppo industriale dei nostri partner o rivali”.

Tra il 2022 e il 2024 “pur sostenendo la resistenza ucraina, gli europei hanno speso somme ingenti, ma circa l’80% di questi fondi sono stati spesi in materiali non europei. Al contrario, gli Stati Uniti hanno acquistato circa l’80% dell’equipaggiamento militare utilizzato per sostenere la guerra in Ucraina direttamente da fornitori americani, una netta differenza che evidenzia la debolezza del nostro approccio”.

“Se non siamo in grado di crescere, continueremo con questa vergogna dell’80% o più precisamente del 78% delle forniture militari non europee che abbiamo acquistato come europei”, conclude.

Altro nodo, quello delle tlc. Nell’Unione Europea ci sono “27 sistemi diversi” nelle tlc, con “cento” operatori attivi, mentre negli Usa sono “tre”. Tra questi due estremi, “penso che possiamo trovare un compromesso che dia una buona soddisfazione ai consumatori” europei, ma che “nello stesso tempo” senza questo “disastro industriale che è il sistema delle telecomunicazioni in Europa”, sottolinea l’ex presidente del Consiglio. “Negli anni Ottanta e Novanta la rivoluzione tecnologica nelle tlc era sotto leadership europea. E lo era anche per via della dimensione e dell’innovazione. Oggi siamo in uno scenario in cui siamo indietro e siamo messi ai margini”, conclude.

Il divario da Usa e Cina

“Nel rapporto indico due grandi problemi – spiega Letta – . Il primo è la frammentazione che fa sì che Cina e Usa su grandi temi come telecomunicazioni ed energia ne approfittino. Bisogna eliminare tante frammentazioni per approfittare della nostra intera dimensione di scala come succede in alcuni settori, faccio l’esempio di quella della produzione di aeroplani. La sola dimensione nazionale ci rende più piccoli”.

“Il secondo motivo – ha aggiunto – è la mancanza di innovazione, ricerca e sviluppo che in Cina e negli Usa è molto maggiore”. Letta ha ricordato poi come “il mercato unico che Delors aveva creato era chiamato ‘mercato delle quattro libertà ovvero movimento di beni, servizi, capitali e persone. Io ne proporrò una quinta la libertà della conoscenza, della ricerca e dell’innovazione per trascinare l’Ue dentro il ventunesimo secolo”.

Rispetto agli Stati Uniti ma anche alla Cina, “il distacco è tale che siamo di fronte all’ultima opportunità per agire, l’ultima finestra si apre e occorre sfruttarla”. È con queste parole che l’ex premier italiano sintetizza il “momento” politico alla vigilia della presentazione del rapporto sul mercato interno che sarà discusso domani nella seconda giornata del Consiglio europeo.

Tra le idee più innovative del rapporto Letta: la proposta di passi avanti rapidi per integrare effettivamente i mercati finanziari quale leva principale per il finanziamento delle transizioni multiple europee (verde, digitale, difesa/sicurezza) e quale condizione politica per prefigurare nuovi impegni di prestito comune. Condizione di fondo puntare alla supervisione “federalizzata” come è accaduto per quella bancaria. Michel riconosce che “la discussione tra i leader sarà complicata e difficile”. Per Michel e Letta l’unione del mercato dei capitali può essere “la nostra Ira”, in riferimento all’Inflation Reduction Act americano che gli Usa utilizzano per sostenere l’industria americana.

La Road Map

Il rapporto di Enrico Letta sul futuro del Mercato Unico propone e traccia anche una “Road map” per i mercati finanziari. Entro il 2025 chiede ad esempio di lanciare un prodotto di risparmio a lungo termine con iscrizione automatica a livello europeo per stimolare gli investimenti al dettaglio, sfruttando gli incentivi fiscali degli Stati membri e migliorando il prodotto pensionistico individuale paneuropeo per una più ampia applicabilità sul mercato.

Commissione Europea e Bei potrebbero tra l’altro sviluppare il quadro e raccogliere le risorse finanziarie per un programma di garanzie a livello europeo.

Lo studio invita tra l’altro a rivedere il quadro della cartolarizzazione per semplificarne l’uso, consentendo alle banche di offrire finanziamenti aggiuntivi. E tra i punti evidenziati la supervisione diretta e semplificata dell’Esma.

Entro il 2026 la Road map invita a lanciare un nuovo schema europeo che combini il Fondo europeo a lungo termine con attraenti incentivi fiscali nazionali, per incanalare i risparmi dei comuni cittadini nel finanziamento dell’economia reale. Si invita a far progressi verso una vigilanza coesa e completa dei mercati finanziari adattando un modello simile al meccanismo di vigilanza del settore bancario, ad esempio con un’Esma rafforzata, un’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati. Ma una fronda di Paesi, capitanata dalla Svezia, è contraria. E sul punto, le divergenze con capitali come Parigi o Roma potrebbero emergere con nettezza.

Per finanziare il processo di infrastrutture verdi e attrarre capitali dai fondi pensione e dalle compagnie assicurative, propone poi di promuovere lo strumento del partenariato pubblico-privato (Ppp) rafforzando i quadri normativi e garantendo un equilibrio tra accessibilità per i contribuenti e redditività per gli investitori.

Il report di Letta ha incassato il plauso di tutti ma non è piaciuto a tutti. “E’ un ottimo lavoro, ma non significa che sono d’accordo su tutto”, spiega il premier belga Alexander De Croo.
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