Firenze: omicidio per un telefonino, poi il senegalese se ne va in discoteca

ambulanza e polizia

Dopo aver rapinato e ucciso il 19enne moldavo Petru Tataru, ha proseguito la serata, andando pure in discoteca con amici e amiche

E’ l’incredibile ricostruzione della notte del senegalese di 25 anni accusato dell’omicidio avvenuto tra il 13 e il 14 marzo scorsi tra largo Alinari e via Fiume, nei pressi della stazione centrale di Santa Maria Novella. Stazione da cui, all’alba successiva, il 25enne avrebbe preso un treno per tornare a Fucecchio, dove il giovane, figlio di un operaio di conceria, vive con la sua famiglia. Non ci è mai salito perché i poliziotti della squadra mobile, diretti dal dottor Roberto Di Benedetto, lo hanno fermato alcune ore dopo, in piazza de’ Nerli, in auto con delle amiche forse non sapevano.

Cresta bionda, la fisionomia del giovane senegalese ed il suo abbigliamento di quella notte, si sono rivelate dettagli importantissimi a sostegno della convalida del fermo e la successiva misura in carcere emessa dal gip Antonella Zatini.

Durissime le sue considerazioni: dopo una condotta “di estrema gravità e di notevole allarme sociale”, il 25enne è rimasto a divertirsi in centro “all’apparenza del tutto noncurante per quanto appena commesso”.

Dalle immagini delle telecamere, si vede il giovane senegalese prima intrattenersi a parlare con il moldavo, poi colpirlo repentinamente due volte nella zona dell’addome probabilmente con un coltello (che non è stato però ritrovato) e di frugargli in tasca. “Non si può morire per un telefono cellulare”, ha detto la prima soccorritrice al Tataru, che annuiva prima di spegnersi.

Una rapina sfociata in omicidio fatta per ’’finanziarsi“ la nottata di divertimento? Le indagini, questo, non lo hanno ancora stabilito, ma Dia, nell’ultimo mese, è stato arrestato due volte e denunciato una per rapina e furto aggravato. “E’ dunque assai elevato il rischio che – considera ancora il giudice -, ove non adeguatamente cautelato, commetta nuovi reati”.

Di parere opposto il suo legale, Samuele Zucchini. “Mi ha sorpreso trovarmi di fronte ad un ragazzo ed una famiglia così garbati ed integrati – dice -. È molto frastornato e non si da pace per quanto accaduto. Stiamo valutando l’opportunità di chiedere un nuovo interrogatorio ma prima ritengo opportuno attendere che il quadro psicologico, che al momento appare inappropriato e fragile, dia qualche segnale di ripresa”.
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