Tenta di rientrare in Italia con documenti falsi: arrestato “richiedente asilo”

guardia di finanza

Ha provato a utilizzare un passaporto e un permesso di soggiorno falsi, intestati a una persona originaria del Mali, per entrare illegamente in Italia ma la Guardia di finanza di Treviso lo ha fermato ai varchi dell’aeroporto Canova, arrestandolo. A finire nei guai un immigrato originario dell’Africa centrale, già richiedente asilo politico in Italia nel febbraio di quest’anno, sbarcato da un volo partito da Malta nei giorni scorsi.

I finanzieri del Gruppo Treviso, in servizio presso l’area arrivi, si sono però resi conto dei documenti di riconoscimento contraffatti: nel corso del controllo, infatti, sono apparse subito contraddittorie le dichiarazioni rilasciate dall’arrestato sulla propria identità, anche alla luce della mancanza, nei documenti di riconoscimento esibiti, di alcune importanti caratteristiche volte a garantirne l’autenticità.

Ricostruendo gli spostamenti dell’indagato, è emerso che l’uomo, dopo essere sbarcato clandestinamente a Pantelleria agli inizi del 2023, nel febbraio dello stesso anno si era trasferito a Treviso, dove aveva chiesto protezione internazionale, salvo poi emigrare a Malta per accettare un’offerta di lavoro stagionale nel settore della ristorazione. Terminata l’esperienza lavorativa a Malta, ha deciso di fare nuovamente rientro a Treviso, utilizzando però una falsa identità, allo scopo di eludere il divieto imposto dalle autorità italiane di lasciare il territorio nazionale, in attesa della conclusione della procedura di richiesta di assistenza umanitaria, già avviata nei suoi riguardi.

Lo straniero, il cui arresto è stato convalidato dalla locale Autorità Giudiziaria, insieme al sequestro dei documenti contraffatti, dovrà ora rispondere del reato di possesso di documenti di identificazione falsi, punibile con la reclusione fino a cinque anni. Ancora una volta, la tratta aerea Malta-Treviso, così come già emerso nella recente operazione denominata “Malta’s passeur”, conclusa dagli stessi finanzieri del Gruppo di Treviso, si conferma tra quelle privilegiate da chi tenta di entrare illecitamente in Italia, in un’area geografica, come la provincia di Treviso, solo in apparenza esclusa dai flussi migratori diretti, tipici delle zone di confine.  https://www.trevisotoday.it