M.O., Commissione UE non chiede “pausa umanitaria” nel conflitto

Von der Leyen

La Commissione europea non chiede, come ha fatto ieri il Parlamento europeo con una risoluzione approvata da una larghissima maggioranza (500 voti), una “pausa umanitaria” alla operazioni militari in corso attorno e dentro alla Striscia di Gaza. “La posizione della Commissione non è cambiata rispetto a quella espressa dalla presidente Ursula von der Leyen mercoledì scorso” durante il dibattito nella plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, ha precisato oggi a Bruxelles il portavoce per le Relazioni esterne Peter Stano, rispondendo ai giornalisti durante il briefing quotidiano per la stampa dell’Esecutivo comunitario.

Invece, ha ricordato Stano, “una delle richieste della Commissione è la liberazione immediata e senza condizioni degli ostaggi” civili nelle mani di Hamas. Comunque, “la Commissione ha sottolineato la necessità di far arrivare l’assistenza umanitaria a Gaza, ha triplicato i propri aiuti umanitari per la popolazione palestinese e ha predisposto un ponte aereo con l’Egitto” ha aggiunto un’altra portavoce, Arianna Podestà, ricordando poi che la presidente von der Leyen “ha anche chiesto a Israele che siano riprese le forniture di acqua a Gaza e che sia rispettato il diritto umanitario internazionale”.

Altre fonti della Commissione hanno poi spiegato che “questo non è il momento di parlare di pausa o di cessate il fuoco, mentre i razzi continuano a cadere su Israele. Dire pausa oggi vorrebbe dire che Israele deve cessare di difendersi”. “In questo momento – hanno insistito le fonti – non c’è un solo Stato membro, né una sola altra istituzione dell’Ue, a parte il Parlamento europeo, che chieda un cessate il fuoco o una pausa, perché fino a quando vengono lanciati missili contro Israele verrebbe messo in causa il suo diritto all’autodifesa“.

Tuttavia, “la situazione può cambiare, dipende da Washington”, che è l’attore internazionale principale, hanno aggiunto le fonti, osservando che se ci sarà un appello per il cessate il fuoco o una pausa nelle operazioni militari “partirà dall’alto” cioè dall’Amministrazione Usa, dopo consultazione con Israele.  ASKANEWS

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