Baby gang pesta i carabinieri per aiutare un marocchino

Baby gang pesta i carabinieri

di Federico Garau – Hanno aggredito due carabinieri per impedire loro di identificare un giovane di nazionalità marocchina, riprendendo addirittura la scena con un telefono cellulare presumibilmente con l’intenzione di postare in un secondo momento il video sui social network: l’intollerabile episodio, che ha visto come protagonista un gruppo composto da ragazzini, si è verificato a Melzo, comune della città Metropolitana di Milano.

Stando a quanto riferito da Il Giorno, ad avere la peggio sono stati due uomini dell’Arma, inizialmente impegnati in una semplice operazione di controllo nella notta tra gli scorsi venerdì 29 e sabato 30 settembre. I militari sarebbero rimasti feriti in un inatteso confronto con un gruppo composto da una decina di giovani, tra italiani ed extracomunitari.

La baby gang avrebbe agito per fare scudo a uno dei componenti, un individuo di nazionalità marocchina che non aveva alcuna intenzione di fornire le proprie generalità durante la verifica di routine: i membri del gruppetto sarebbero dunque intervenuti con l’obiettivo di impedire che l’amico fosse identificato dalle forze dell’ordine.

La denuncia arriva direttamente dal Nuovo sindacato carabinieri (Nsc), che parla, fatto ancora più grave, di un caso non isolato e di una vera e propria escalation di violenza contro gli uomini dell’Arma. “Altri militari sono intervenuti in ausilio”, spiegano dal sindacato: “Il soggetto ha tentato la fuga ma, una volta raggiunto, ha colpito al volto un carabiniere e ne ha ferito un altro, il tutto mentre gli altri ragazzi riprendevano la scena in un video, destinato ai social network”. Il militare è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso, da cui è stato dimesso ricevendo una prognosi di 15 giorni, in attesa di una verifica specialistica.

Le aggressioni ai carabinieri sono diventate troppo frequenti, spiega l’Nsc, come se si trattasse di una sorta di competizione. “Giovani e giovanissimi che sfidano le forze dell’ordine quasi fosse un nuovo sport alla moda, perché ‘tanto mica possono farci niente’”, lamenta il sindacato. Ma non solo la certezza di farla franca o di non subire pesanti ripercussioni, anche la beffa di riprendere le aggressioni con i cellulari. “In merito alle ‘dirette’ e video sui social pubblicati dai nostri detrattori”, precisa il sindacato, “vogliamo porre il focus sulla necessità, da parte nostra, di poter riprendere a nostra volta”.

Torna quindi ancora una volta in auge il tema della necessità di dotare di body-cam il personale in servizio sulle strade,”dotazione base per numerose forze di polizia in tutto il mondo”.”Tutto ciò al fine di tutelare l’operatore e fornire un valido supporto documentale all’azione di polizia giudiziaria”, precisa l’Nsc. “Solidarietà al collega ferito. Occorre intervenire e fare qualcosa per l’ormai troppo diffuso senso di impunità. Il problema, sociale e culturale, è enorme”, conclude la nota.
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