Migranti, Meloni: ‘un centro per rimpatri in ogni regione’

Meloni, von der Leyen e Johansson a Lampedusa

Almeno un Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) in ogni regione e l’aumento del trattenimento dei migranti fino a 18 mesi, ovvero il massimo consentito dalla normativa europea. Cosi la premier Giorgia Meloni risponde all’emergenza migranti. Le due novità per l’organizzazione del sistema di accoglienza in Italia sono all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi, lunedì 18 settembre. La stretta era stata anticipata dalla premier nei giorni scorsi, prima con un video e poi domenica nel corso della visita a Lampedusa con Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. Vediamo cosa cambia in concreto.

I Centri di permanenza per i rimpatri

I Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) ospitano di cittadini in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione. La legge finora prevede che la permanenza duri “per il tempo strettamente necessario” e il cittadino straniero “deve essere trattenuto con modalità tali da assicurare la necessaria assistenza e il pieno rispetto della sua dignità”. Il trattenimento finora poteva essere disposto per un tempo massimo di 90 giorni, ma in casi particolari poteva essere prorogato di altri 30. Secondo quanto indicato sul sito del Viminale, i Crp sono a:

Bari;
Brindisi;
Caltanissetta;
Gradisca d’Isonzo (GO);
Macomer (NU);
Palazzo San Gervasio (PZ);
Roma;
Torino;
Trapani.

La strada tracciata dal governo Meloni è quella di avere Centri per il rimpatrio in tutte le regioni. Ovviamente la priorità sarà data a quelle “di frontiera”, perché più esposte alla pressione migratoria. Le nuove strutture dovrebbero essere create in zone a bassa densità di popolazione sfruttando edifici pubblici dismessi o in disuso, come per esempio le caserme. Non è escluso che si possano realizzare anche tensostrutture o impianti ad hoc.

Migranti nei Cpr per 18 mesi

Il provvedimento al vaglio del Cdm prevede la possibilità di trattenere i migranti fino a un anno e mezzo nei Centri di permanenza per i rimpatri. Si tratta del limite massimo consentito dalla legge europea. Si vuole però anche migliorare il sistema del riconoscimento anagrafico. Una delle maggiori preoccupazioni di Palazzo Chigi è legata all’autocertificazione della minore età, cosa che consente di poter usufruire dei vantaggi concessi ai minori che fanno ingresso nel Paese. Il governo vorrebbe intervenire anche su questo aspetto, in particolare quando la differenza tra età dichiarata e aspetto fisico è palesemente contrastante, attraverso esami medici e strumenti diagnostici.

“Portiamo in Cdm una proposta legislativa che estende fino al limite massimo consentito dai regolamenti europei il trattenimento degli immigrati, cioè fino a 18 mesi. Vuol dire che se tu ti affidi ai trafficanti devi sapere che sarai trattenuto e rimpatriato. Insieme a un mandato alla Difesa per riattivare i centri, nel minor tempo possibile. Così diamo un messaggio chiaro, se non avete diritto d’asilo sarete rimpatriati”, le parole della premier ospite di Dritto e rovescio, in onda su Retequattro

Le novità anticipate da Meloni sono state accolte in maniera fredda dai sindaci. Secondo il delegato per l’immigrazione dell’Anci, il sindaco di Prato Matteo Biffoni, “il tema dei migranti non si risolve con i Centri per il rimpatrio”. Si vedrà se questo influirà sulle decisioni del Governo.
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