“Case popolari per accogliere i migranti”, bufera tra Lega e FdI in Lombardia

rissa case popolari

(www.milanotoday.it)  – Per qualche ora è scoppiato un “caso migranti” in Regione Lombardia. Un caso che ha sollevato un polverone politico non da poco, all’interno della maggioranza di centrodestra, visto anche che si tratta di un tema su cui, solitamente, Fratelli d’Italia e Lega non fanno grandi aperture. L’assessore regionale alla casa, il bergamasco Paolo Franco (quota Fdi), è stato costretto a una precisazione che aveva il sapore della smentita al prefetto di Monza, Patrizia Palmisani, ed è intervenuto anche il governatore Attilio Fontana per mettere le cose a posto e ‘chiudere’ la questione.

Tutto per un presunto ‘via libera’, da parte dell’assessore Franco, a utilizzare case popolari non occupate (e pronte per essere usate) per allargare la rete d’accoglienza Cas (Centri di accoglienza straordinaria), peraltro su richiesta partita dal Governo centrale, anch’esso di centrodestra. Una lettera di Franco ai prefetti è stata intesa dal prefetto di Monza, Patrizia Palmisani, come una specie di ‘via libera’ per sondare le disponibilità da parte dei sindaci della provincia.

Giovedì mattina è quindi intervenuto lo stesso Franco, bloccando Palmisani e parlando di “fraintendimento”. L’assessore ha rivelato il contenuto della missiva precedentemente inviata ai prefetti, citando la frase incriminata: “l’assessorato aveva scritto che avrebbe dato la disponibilità di questo assessorato di verificare le possibili soluzioni per valutare un ipotetico ampliamento della rete di accoglienza, in coerenza con le finalità della legge regionale n. 16/2016, come da Lei richiesto”. Una frase che, per Franco, “non comporta nessuna accettazione del progetto”, perché la legge in questione non prevede, tra le finalità, l’uso delle case per l’accoglienza dei migranti. L’assessore l’ha riqualificata come “indicazione molto chiara in forma di cortesia istituzionale”, da non intendersi come un ‘via libera’.

Le critiche della Lega all’assessore

La bomba era però scoppiata e fioccavano già dichiarazioni di presa di distanza dall’assessore da parte di vari esponenti di centrodestra, come Alessandro Verri, capogruppo della Lega a Palazzo Marino: “Stupisce la disponibilità dell’assessorato alla casa – dichiarava -. La legge regionale in materia è chiarissima, designa un pubblico preciso, con requisiti specifici per beneficiare dei servizi abitativi pubblici. Non è immaginabile sottrarre patrimonio destinato ai lombardi ai richiedenti asilo. Come Lega abbiamo sempre difeso il diritto dei lombardi ad accedere ai servizi abitativi. Quel patrimonio, frutto dei sacrifici dei contribuenti, non può essere utilizzato per gestire il problema migratorio che la sinistra ha creato”.

La cosa aveva eco anche in Parlamento. “Le assegnazioni delle case popolari devono rispettare regole ben precise e procedere per graduatoria”, affermavano alcuni deputati della Lega tra cui Igor Iezzi e Laura Ravetto: “Siamo stupiti dalle posizioni dell’assessore regionale di Fdi Franco, che vorrebbe dare case sfitte a richiedenti asilo appena arrivati nel nostro Paese. Chiediamo al ministro dell’Interno di interessarsi di quanto starebbe avvenendo in Lombardia e di intervenire presso il prefetto di Monza e l’assessore Franco”. E Andrea Crippa, vice segretario della Lega: “Desta molte perplessità la posizione dell’assessore di Fdi in Regione Lombardia, Paolo Franco, che vorrebbe dare le case sfitte ai richiedenti asilo. Di certo questa non è la posizione della Lega. Esistono graduatorie da anni, con regole precise. Per noi i lombardi e gli italiani hanno e avranno sempre la priorità”.

L’intervento di Fontana

Sull’argomento è intervenuto direttamente anche il governatore (leghista) Attilio Fontana, per mettere un punto fermo alle polemiche. Senza citare l’assessore, ma riproponendo di fatto la sua spiegazione, Fontana ha commentato che “la posizione della Regione Lombardia riguardo la possibilità di assegnare, seppur temporaneamente, alloggi Aler per l’accoglienza di richiedenti asilo”, illustrata dallo stesso Fontana il 12 maggio in un incontro coi prefetti lombardi, “negativa, non offre alcuno spazio di negoziare con singole prefetture la disponibilità di case popolari che devono rapidamente essere messe a disposizione degli aventi diritto nelle graduatorie Aler”.

La difesa di Fdi

A quel punto i dirigenti di Fratelli d’Italia sono passati alla difesa del loro assessore. “Ma davvero qualcuno pensa che ci siamo convertiti al buonismo falso e peloso predicato dalla sinistra?”, ha affermato l’assessore alla sicurezza Romano La Russa: “Da decenni abbiamo sempre affermato che la priorità assoluta per l’assegnazione delle case popolari appartiene agli italiani. Pensare che da parte di Fratelli d’Italia si possa prevaricare un lombardo per favorire un immigrato, magari irregolare, è pura follia”. E ancora, sempre La Russa: “Gli amici della Lega e di Forza Italia stiano pure sereni e non cadano nei tranelli di certa stampa e della sinistra in malafede. La storia ultra trentennale del mio partito è scritta in mille documenti ed è ben nota a tutti”.

Sulla stessa linea il capogruppo in Regione, Christian Garavaglia: “Franco e La Russa, oggi, hanno nuovamente evidenziato che un ipotetico ampliamento della rete di accoglienza si sarebbe dovuto conciliare con le finalità della Legge regionale 16/2016, nella quale non c’è alcun riferimento all’accoglienza emergenziale dei richiedenti asilo nelle case Aler. Il messaggio per noi è chiaro: l’accoglimento dei migranti nelle case Aler non è previsto dalla nostra legge, e quindi non ci sarà. Siamo certi che col prefetto di Monza ci sia stato un semplice fraintendimento. La nostra priorità è cercare di risolvere il problema delle liste d’attesa per l’accesso delle famiglie più fragili alle case popolari”.

L’attacco del Pd

Sulla questione è intervenuta anche Carmela Rozza, consigliera regionale del Partito democratico, sottolineando che “il tentativo di smentita” dell’assessore “vale come una conferma, perché ammette che le Aler hanno migliaia e migliaia di alloggi sfitti, di cui almeno una parte pronta per essere abitata”. Una questione che Rozza rivendica di “denunciare da settimane” e giudica “inaccettabile di fronte al bisogno di tantissime famiglie”.

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