Inchiesta su team israeliano, “manipolate 33 elezioni in tutto il mondo”

Team israeliano

(https://www.rainews.it) – Dicono di avere manipolato 33 elezioni in tutto il mondo. Con successo, in 27 di questi casi. Il loro nome in codice è Team Jorge e la loro guida è Tal Hanan: 50 anni, ex agente delle forze speciali di Tel Aviv. Sono hacker israeliani, ma in Israele, legalmente, non esistono. Offrono a clienti di tutto il mondo servizi molto particolari: attacchi informatici, diffusione di notizie false e disinformazione, controllo delle comunicazioni dei leader politici e dei loro assistenti, pirataggio di mail, spionaggio, sostituzioni di identità, campagne mirate sui social network. Il tutto, s’intende, a pagamento: al servizio di chi voglia influenzare segretamente l’esito di elezioni politiche, referendum e altri processi democratici.

E’ quanto emerge da una inchiesta internazionale durata mesi, coordinata dal collettivo investigativo francese “Forbidden Stories”, che riunisce 30 testate di vari Paesi, tra le quali Radio France, The Guardian, Der Spiegel, Die Zeit, El Pais, Le Monde.

I giornalisti si sono finti potenziali clienti e hanno contattato il Team Jorge. Il gruppo israeliano ha dunque illustrato a loro le sue capacità: hackerare gli account di Google, spiare e manipolare i software di comunicazione anche se criptati, prelevare documenti bancari, attivare un esercito di “avatar” sui social network. Sarà per vantarsi, ma Jorge sostiene di essere “intervenuto in 33 campagne elettorali a livello presidenziale”. Di queste, 27 sarebbero state “un successo”. In Europa, la società sarebbe intervenuta nel referendum per l’indipendenza della Catalogna del 2017, non riconosciuto dal governo spagnolo. Fra le operazioni rivendicate: in Kenya sulle presidenziali, in Indonesia su una commissione elettorale, in California su attività non precisate.

“Hanno seminato il caos nelle democrazie di tutto il mondo”, scrive il quotidiano economico israeliano The Marker, del gruppo Haaretz.

Il gruppo dice di utilizzare un software per la diffusione di disinformazione attraverso falsi profili social: si chiama Aims, che sta per Advanced Impact Media Solutions, ed è di proprietà dello stesso Team Jorge. Sarebbe stato venduto a “società di intelligence, partiti politici e compagnie private” in Africa, America meridionale e centrale, Stati Uniti ed Europa. Il software crea e controlla falsi profili su Twitter, LinkedIn, Facebook, Telegram, Gmail, Instagram e YouTube. Profili virtuali non facilmente smascherabili, se è vero che gli “avatar” possiedono un account Amazon, carte di credito e portafogli di criptovalute: ognuno ha una sua storia digitale “personale” e imita il comportamento umano grazie all’uso dell’intelligenza artificiale.

Ma le tattiche usate dal team sono molteplici e si adattano alle circostanze. In un caso, riporta il Guardian, il gruppo avrebbe “inviato un giocattolo sessuale via Amazon a casa di un politico, con l’obiettivo di dare alla moglie la falsa impressione che avesse una relazione”.

Tutte queste informazioni sono state raccolte in particolare da tre giornalisti d’inchiesta, di Radio France, Haaretz e The Marker, che si sono finti consulenti al servizio di un’entità che voleva rimandare le elezioni in “un Paese africano politicamente instabile”. I tre hanno incontrato il Team Jorge tra luglio e dicembre 2022, sia online che di persona in un ufficio a circa 30 chilometri da Tel Aviv. E hanno filmato gli incontri.
Durante i quali Tal Hanan ha detto di operare da 6 uffici in luoghi diversi del mondo, attraverso operativi con esperienza in agenzie governative ed esperti di finanza, social media e “guerra psicologica”. Nel descriversi ai (finti) potenziali clienti, Hanan ha detto: “In questo momento siamo coinvolti in un’elezione in Africa, abbiamo una squadra operativa in Grecia e una negli Emirati”. Poi ha aggiunto di essere al lavoro su due “progetti” negli Stati Uniti, senza però un coinvolgimento diretto nella politica americana.

E ancora. “So che in alcuni Paesi si crede che Telegram sia sicuro – vi faccio vedere”, per poi procedere a spedire messaggi dall’account di un consigliere politico kenyota di alto livello: “Non sto solo spiando”, dice Hanan, mentre spiega come creare scompiglio nella campagna elettorale di un candidato.

Le affermazioni del Team Jorge restano al momento tali: senza possibilità di verifica fattuale. Hanan potrebbe avere “abbellito” il proprio curriculum per assicurarsi un accordo lucroso. Perchè i suoi servizi non sono a titolo gratuito: per interferire nei processi elettorali, la richiesta si aggira fra i 6 e i 15 milioni di euro, da pagarsi attraverso una gamma di mezzi e monete che include le criptovalute.

Tuttavia, documenti citati dal Guardian descrivono commissioni più modeste: per esempio, 160mila dollari chiesti all’ex gruppo britannico Cambridge Analytica – già coinvolto in una serie di scandali sulla gestione di informazioni private indebitamente sottratte – per una campagna di 8 settimane in un Paese dell’America Latina.

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