“Ferma condanna dellâaggressione della Federazione russa allâUcraina, violazione gravissima del diritto internazionale e inaccettabile attentato allâordine mondiale basato su regole di convivenza pacifica e dialogo nel segno del multilateralismo”
Lo ha ribadito il Consiglio supremo di Difesa, riunitosi nel pomeriggio al Quirinale sotto la presidenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. . Durante la riunione è stata appunto esaminata “la situazione della guerra in Ucraina” e si è discusso “delle conseguenze che, a quasi undici mesi dallâinizio, sta producendo sia in termini di equilibri geopolitici generali sia di effetti complessivi sullâItalia”.
Il Consiglio “ha condiviso la necessitĂ che lâItalia – in piena adesione alle decisioni assunte nelle sedi Nato e Unione europea e nelle forme stabilite, secondo la Costituzione, dal Governo e dal Parlamento – continui a sostenere il popolo ucraino nella difesa del proprio territorio e della propria sovranitĂ , cosĂŹ come la necessitĂ di adoperarsi per favorire ogni opportunitĂ propizia allâavvio di negoziati tra le parti per un accordo di pace che non può prescindere dal diritto di un popolo aggredito a difendersi”.
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ALTRI SCENARI DI CRISI E MEDITERRANEO
A fronte “delle ripercussioni che lâaccresciuta postura di potenza della Russia sta causando” nell’area cosiddetta del Mediterraneo allargato, è necessario che “la Nato riservi adeguata attenzione anche al Fronte Sud dellâAlleanza”. Ă quanto sottolineato dal Consiglio supremo di Difesa, che “ha esaminato la situazione degli altri principali scenari di crisi”, oltre all’Ucraina, “soprattutto di quelli in cui lâItalia è presente con le sue Forze armate nellâambito di missioni internazionali”.
In questo contesto il Consiglio “ha posto speciale attenzione al Mediterraneo allargato – e soprattutto alla Libia, al Sahel, ai Balcani e al Medio Oriente – in considerazione della sua rilevanza strategica, anche alla luce delle ripercussioni che lâaccresciuta postura di potenza della Russia sta causando in quellâarea, aggravando fragilitĂ e instabilitĂ preesistenti e acuendo rischi e minacce giĂ incombenti, in relazione tra lâaltro ad aspetti come lâinsicurezza alimentare, la gestibilitĂ dei flussi migratori, la certezza degli approvvigionamenti energetici, la sicurezza delle infrastrutture di comunicazione, lâesposizione alle organizzazioni terroristiche”.
Il Consiglio “è stato concorde sullâimportanza che la Nato riservi adeguata attenzione anche al Fronte Sud dellâAlleanza”. Il Consiglio “ha quindi riflettuto sulle iniziative che lâItalia ha fin qui intrapreso in sede di Unione europea o in raccordo con altri Paesi europei della sponda sud per affrontare in maniera coordinata le sfide del Mediterraneo”.
DIFESA COMUNE EUROPEA
Il Consiglio supremo di Difesa ha esaminato “lo stato di efficienza dello Strumento militare, valutando le esigenze da soddisfare per garantire che esso corrisponda ai criteri concordati in sede Nato e dellâUnione europea. In questa cornice è stato oggetto di riflessione anche il lavoro dellâUnione europea per la costruzione di una difesa comune e, in questo ambito, per la promozione di capacitĂ militari sviluppate in modo cooperativo, anche nellâottica di una razionalizzazione della spesa degli Stati membri per la difesa”.
Durante la riunione, “è stata portata allâattenzione lâesigenza che la strategia dâimpiego dello strumento militare coniughi sempre due linee dâazione parallele: quella operativa e quella cooperativa; che assumano crescente importanza lâintegrazione interforze e lâinteroperabilitĂ ; e che, in generale, le questioni di sicurezza siano affrontate, in una visione comune delle sfide, nel quadro di una strategia nazionale. In tale contesto assume speciale rilevanza strategica lâavanzamento tecnologico e la competitivitĂ dellâindustria nazionale”.
Alla riunione hanno preso parte il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni; i ministri della Difesa, Guido Crosetto; dell’Interno, Matteo Piantedosi; degli Esteri, Antonio Tajani; dell’Economia, Giancarlo Giorgetti; delle Imprese, Adolfo Urso; il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano; il capo di stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone; il consigliere per gli Affari del Consiglio supremo di Difesa, Francesco Garofani; il segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti.
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