Le Soir: il sistema Panzeri ha operato per Qatar, Marocco e Mauritania

sistema Panzeri

Al centro dell’inchiesta sul cosiddetto scandalo “Qatargate” c’è il “sistema Panzeri”. A scriverlo è il quotidiano belga “Le Soir” che fa riferimento all’ex europarlamentare Pier Antonio Panzeri, una delle persone coinvolte nella maxi inchiesta avviata dalle autorità giudiziarie di Bruxelles. “Tutto è iniziato nel 2018. Panzeri era allora presidente della Commissione per i diritti umani del Parlamento europeo” e, in quel contesto, con l’ex presidente della Commissione nazionale per i diritti umani del Qatar, Ali bin Samikh Al Marri (attuale ministro del Lavoro), si è poi “sviluppata l’idea del lobbismo”. Secondo il quotidiano belga, infatti, “Panzeri ha accettato di lavorare per il Qatar. È così che, secondo la versione data agli inquirenti da Francesco Giorgi, ex assistente di Pier Antonio Panzeri, è nato tutto nel caso di corruzione che da quasi tre settimane sta scuotendo l’Europarlamento”.

“Le Soir” riporta alcune dichiarazioni attribuibili a Giorgi, secondo cui “all’inizio del 2019” sarebbe “iniziata la collaborazione” fra Panzeri e il Qatar. “Abbiamo fissato gli importi, che faccio un po’ fatica a ricordare, per i nostri rispettivi interventi. Erano in contanti”, avrebbe inoltre dichiarato l’ex assistente. Secondo Panzeri, l’accordo con le autorità di Doha è posteriore risalirebbe, al novembre 2019, cioè dopo la fine del suo terzo mandato da europarlamentare.

La questione tuttavia si estende anche a Marocco e Mauritania. Secondo le parole attribuite a Panzeri da “Le Soir”, l’accordo con il Marocco sarebbe iniziato “dopo il 2019” e prevedeva un intervento dell’ex europarlamentare per evitare che venissero approvate alcune risoluzioni ritenute scomode dalle autorità del Paese nordafricano. Per quest’intervento, secondo quanto affermato, sarebbero stati chiesti in cambio “50 mila euro”. Infine, avrebbe affermato in questo caso Giorgi, si sarebbe lavorato per la Mauritania, un Paese con “un problema d’immagine” e che avrebbe richiesto l’intervento di Panzeri e Giorgi.

In questo caso, riporta “Le Soir”, l’ex europarlamentare avrebbe ottenuto circa 25 mila euro per migliorare l’immagine del Paese, mentre il suo assistente avrebbe affittato all’ambasciatore mauritano a Bruxelles un appartamento: il pagamento della locazione sarebbe stata, quindi, il saldo per le attività svolte dai due a favore della Mauritania. Giorgi, peraltro, continua a discolpare Eva Kaili, sua compagna ed ex vicepresidente del Parlamento Ue: secondo l’ex assistente di Panzeri, infatti, la politica greca sarebbe stata a conoscenza dell’origine di questi soldi ma non avrebbe partecipato attivamente alle attività svolte a favore di questi Paesi.
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