Fake news sulle Politiche Energetiche e omertà della Stampa Nazionale

Politiche Energetiche
Riceviamo e pubblichiamo

di Giusto Buroni – E’ incredibile, ma succede in un Paese Democratico e Civile che la circostanziata denuncia, da parte di un comune cittadino, di un grave abuso dell’informazione venga ignorata da ben 11 testate “nazionali” senza degnarla di una “conferma di lettura”. E’ la dimostrazione, peraltro non nuova, dell‘asservimento totale dell’Informazione ai detentori del Potere, e della partecipazione dell’intera Stampa, perfino quella cattolica, al disegno di soggiogare i cittadini con qualunque mezzo e in ogni circostanza

La persona di cui si protegge così la reputazione, Claudio Descalzi, A.D. dell’ENI, trasmette informazioni distorte e false su una materia, l’energia ottenibile dal “nucleare”, oggi essenziale per risolvere i maggiori problemi Paese. Con la complicità di Federico Rampini, “inviato” in USA del Corriere della Sera, Descalzi ammaestra autorevolmente i “sudditi” con un ammasso di castronerie quali forse non si sentivano più dall’età medioevale.

L’articolo del Corriere della Sera non ha suscitato lo scandalo che merita perché evidentemente non c’è un solo direttore di giornale in Italia che sappia distinguere un’informazione scientifica da un film su Harry Potter, oppure perché i due compari hanno i mezzi morali e materiali per mettere a tacere chiunque osi negare le loro affermazioni.

Chiedo dunque a Imola Oggi, che dal 2013 mi dimostra fiducia citando periodicamente un mio articolo sulla “Truffa delle Rinnovabili”, di rompere questo inconcepibile muro di omertà pubblicando i miei semplicissimi commenti alle frasi più assurde dell’articolo, che si può leggere nella sua interezza al link.

https://www.corriere.it/esteri/22_giugno_08/descalzi-eni-nuovo-ordine-energetico-mondiale

Esso contiene ben16 affermazioni da “pesce d’aprile”, incredibili se non fossero confermate da altri tre articoli quasi identici (uno su Repubblica) usciti lo stesso giorno. La firma della popolare star televisiva Federico Rampini aggrava il carattere di intenzionale disinformazione dell’articolo, il cui titolo fra l’altro evoca il “Nuovo Ordine Mondiale”, teorizzato dall’incombente setta del “Fabianesimo”, che riscuote la simpatia di personaggi tanto insospettabili quanto potenti. Punto per punto ho indicato in parentesi quadre i motivi del mio disappunto; il carattere grassetto non è mio, ma è quello dell’articolo originale, forse temendo che i lettori non si accorgano delle “bufale”.

“…. il chief executive dell’Eni intravvede un futuro migliore non solo per l’Italia o per l’Occidente ma potenzialmente per l’umanità intera”  [nemmeno Rubbia, che pure ha speso 30 anni della sua vita proprio in quella ricerca, azzarderebbe una simile previsione].

“La ragione della sua visita negli Stati Uniti infatti è un sopralluogo presso un impianto pilota della fusione nucleare: il Commonwealth Fusion System (Cfs) …Il prototipo sarà operativo nel 2025, l’impianto industriale seguirà nel 2030, e a partire da quell’anno Descalzi si aspetta che la fusione nucleare possa conoscere una diffusione importante, almeno cominciando da Stati Uniti e Regno Unito”. [Tutti i centri di ricerca del mondo sulla “fusione”, compreso lo stesso MIT, si sono posti queste scadenze una ventina di anni fa, ma ora dichiarano un forte ritardo]

 “…La fusione «è il contrario della fissione»” [una definizione senza senso, semanticamente e soprattutto scientificamente],

“….questa nuova tecnologia «non genera radioattività, non produce scorie».” [Falso: la singola reazione nucleare di fusione, rapportata al numero di nucleoni in gioco, è del 15% più radioattiva della singola reazione della fissione e, per quanto riguarda le scorie, ancora da definire e analizzare, si può affermare che sono numerose e abbondanti, seppure di genere e tempi di dimezzamento diversi da quelle della fissione]

“Ha costi bassi”, [nessuno può affermarlo fino a che non sarà disponibile un prototipo di tipo “industriale” ben oltre il 2030],

“usa come materia prima” [la “materia prima” della Fusione Nucleare sono gli isotopi rarissimi dell’Idrogeno: Deuterio e Trizio, che è possibile ricavare, con un processo laborioso e costoso, anche dall’Acqua Pesante, ma, potendo, anche da rocce lunari]

 “L’acqua “pesante”, cioè non distillata: anche quella di mare”. [Questa definizione di “Acqua Pesante” è una castroneria tremenda, inaudita, che non avrebbe potuto inventare neanche il miglior Fantozzi: vedere una qualunque “Enciclopedia dei Ragazzi” e meditare sulla cultura degli AD, dei giornalisti e dei politici italiani]. 

 “E la consuma in piccole quantità, «da una bottiglia può generare 250 megawatt in un anno»” [La Bottiglia non è un’unità di misura di volume o peso, e comunque i MegaWatt nemmeno sono un’unità di misura di Energia, bensì di Potenza, e la Potenza annua” non ha senso in questa valutazione; il dato fornito, grande o piccolo che sia, è senza significato scientifico].

 “L’investimento iniziale non è enorme, un miliardo per il prototipo” [affermazione del tutto campata per aria, visto lo stato della ricerca],

“e se si dovesse andare verso tante repliche i costi scenderebbero ancora” [e questo è corretto, ma lapalissiano].

 “La fusione nucleare o l’atomo pulito, è un sogno che la scienza insegue fin dagli anni Cinquanta”.[anche questo è storicamente corretto, e dovrebbe far pensare…alla “pietra filosofale” o al “moto perpetuo”]. 

 “L’amministratore dell’Eni pensa che stavolta le probabilità di successo siano incoraggianti, sente una svolta vicina..”.[è un sensitivo?…]

“Il mondo non sarebbe più diviso tra chi ha e chi non ha accesso a risorse rare, che siano il petrolio o il gas o i minerali per le batterie dell’auto elettrica. L’acqua pesante ce l’hanno tutti.”[ce l’hanno meno Paesi di quanti non l’avessero negli anni 30, quando la corsa alla bomba atomica (a fissione) in certe fasi della ricerca rendeva quasi indispensabile l’uso di acqua pesante per rallentare i neutroni; comunque, come si è detto, non è l’acqua pesante la “materia prima”, bensì gli isotopi di idrogeno, reperibili dovunque ci sia idrogeno, non solo nell’acqua]. 

“Le centrali sarebbero piccole” [Ma allora quelli del MIT non gli hanno mostrato Tokamak e Ignitor, che sono i modellini della sola parte calda della centrale].

 “L’elettrificazione lowcost diventerebbe accessibile perfino alle zone più povere dell’Africa, dove per centinaia di milioni di persone la corrente è ancora un lusso. Avremmo centrali piccole, diffuse, alla portata di chi finora è dipendente dalle materie prime altrui»…”[è un vero delirio…]

 “Se gli Stati Uniti e il Regno Unito cominceranno a costruire centrali a fusione nucleare, cadrà la resistenza degli italiani, dei tedeschi, dei giapponesi (contro il nucleare in genere)? Descalzi è convinto che «se la fusione mantiene le promesse, se funziona, tutti i paesi vorranno averla, i costi bassi insieme all’assenza di radioattività saranno un argomento irresistibile»…” [un incredibile ammasso di bugie e previsioni antiscientifiche!]

L’offesa all’intelligenza della popolazione italiana, ancorchè tenuta da decenni nell’ignoranza, è intollerabile.
Inevitabile la domanda: “Perché questa esternazione e in questo momento?”.
Alla pazzia non si può dare risposta, ma se pazzia non fosse?

Se Descalzi, Rampini e il direttore L. Fontana avessero agito nel pieno possesso delle facoltà mentali?

Si può tentare la seguente “spiegazione”, che necessita di una premessa storica. La parola “Nucleare”, qualunque sia il suo significato, è stata, per motivi del tutto ideologici, bandita dalla vita politica e sociale italiana grazie a due “referendum popolari” (ma anche con un martellamento giornaliero da parte della scienza durato decenni): i giovani Italiani “imparano”, a scuola e da Internet, che all’inizio di agosto 1945 due ordigni Nucleari (a quel tempo chiamati “Bombe Atomiche”) in Giappone uccisero sul colpo 300000 persone e altrettante o più ne avrebbero uccise fra atroci dolori entro la fine del secolo (XX). Le Bombe ebbero il “merito” di porre fine alla Seconda Guerra Mondiale e per qualche anno non furono demonizzate, ma solo temute (Guerra Fredda), permettendo così ai Paesi meglio attrezzati, vincitori o vinti che fossero, di dotarsi della terribile arma (o di farlo credere ai nemici più probabili).

Nel frattempo (anni 50 e 60 del XX secolo) si scoprirono e si realizzarono interessanti applicazioni pacifiche della tecnologia nucleare, specialmente nel campo della produzione di energia elettrica di grande potenza e durata, che si dimostrò oltremodo conveniente anche economicamente, oltre ad essere “ad emissioni zero” e perciò oggi molto appetibile. Per non dispiacere a Alleati Potenti e Vincitori, si parlò (e si parla) sempre molto del peccato e non del peccatore, per cui succede che gli USA,  unici responsabili del massacro, a tutt’oggi facciano col “nucleare” il bello e il cattivo tempo in tutti i Paesi del mondo in cui se ne desideri l’accesso: per esempio anche oggi gli USA hanno completa visibilità e controllo di ogni attività “nucleare” mondiale, civile o bellica. Con questo privilegio, oggi gli USA si trovano nelle condizioni di prevenire o favorire l’uso di armi nucleari in tutte le guerre presenti e future, anche senza esserne direttamente coinvolti: se scoppierà la terza guerra mondiale in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, sono convinto che saranno gli Americani a fare il maggiore e peggiore uso di armi nucleari.

A chi si chiede come mai gli USA non rinuncino al controllo anche degli usi civili del nucleare, occorre spiegare che, benché le due tecnologie, bellica e civile, siano ben distinte e non intercambiabili (una centrale nucleare non sarà mai una bomba, né viceversa) le loro filiere hanno una parte in comune che si chiama “arricchimento dell’uranio”; inoltre certi tipi di reattori (civili) producono “elementi” spesso liquidati come “scorie” che, riciclate per gli impianti civili, diventano materiale esplosivo per le bombe. Quindi ciascuno fa bene a dubitare del vicino che giura di occuparsi solo di nucleare civile. Tutte queste problematiche, legate in qualche modo alle prime bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki, hanno fatto dimenticare che parallelamente gli Americani, prima, e i loro più forti Alleati subito dopo hanno sviluppato un altro tipo di bomba nucleare (la Bomba H), basato su fenomeni fisici completamente diversi e con capacità distruttive almeno dieci volte superiori.

E’ possibile che un vero arsenale di bombe H sia disponibile solo agli Americani, ma non è escluso che quantitativi sufficienti a distruggere mezzo Mondo siano stati prodotti anche dalle altre Superpotenze Russia e Cina, tanto da far pensare che sia stato facile far firmare tanti severi trattati sullo sviluppo di Bombe Atomiche perché in caso di “necessità” le superpotenze potrebbero fare ricorso alle bombe H senza dovere superare ostacoli “diplomatici” e violare trattati,  sollevando i Capi Politici da problemi “etici”e umanitari. Sia come sia, quando si è parlato di controllo degli armamenti nucleari negli ultimi 75 anni si è sempre finto di dimenticare la bomba nucleare H e la relativa tecnologia (e intanto si sono sviluppate anche “bombe ai neutroni”).

E così i grandi “visionari” del secolo scorso sono stati liberi di (fingere di) sognare una produzione di energia basata sulla tecnologia delle bombe H; che non è mai stata demonizzata, né ideologicizzata; anzi: gode del favore di essere basata sull’”Idrogeno”, che “brucia” in tutte le Stelle, le quali sono sacre, perché alimentano la “vita”; insomma: una “visione” (superstiziosa) dietro l’altra.

E’ a questo punto allora che bisogna chiarire che la tecnologia delle bombe Atomiche è la famigerata FISSIONE NUCLEARE, che è basata su Uranio, Plutonio ed altri elementi naturali o artificiali detti “fissili”, di peso atomico superiore a 230, mentre quella (ritenuta “buona e pulita”) della bomba H si chiama FUSIONE NUCLEARE ed è basata solo sui due isotopi naturali dell’Idrogeno, Deuterio e Trizio, di peso atomico rispettivamente 2 e 3, ossia doppio e triplo dell’Idrogeno “normale”, il più leggero nella Tavola Periodica degli Elementi Chimici messa a punto da Mendelejev (seconda metà dell’’800); e molecole dell’Acqua, ovunque siano, contengono isotopi pesanti dell’Idrogeno, tipicamente 156 parti per milione, e si comprenderà che occorre un serie lunghissima di distillazioni e centrifugazioni per avvicinare tale abbondanza a 100%, che è preferibile per l’uso nei separatori di isotopi di idrogeno da iniettare nel “plasma” del reattore a fusione: l’”acqua di mare non distillata” di Descalzi è ben lontano dall’essere “pesante”!

Comunque Descalzi è UNO (e neanche il più intelligente) dei tanti al mondo che credono di avere “scoperto” il modo di vincere la diffidenza e la paura (vere o simulate che siano) di chi pensa che la tecnologia nucleare “cattiva” non sia solo quella delle bombe di Hiroshima (e degli incidenti di Chernobyl e Fukushima): (mal) consigliato dai famosissimi ricercatori del MIT di Boston (amici anche del nostro Romano Prodi) offre agli Italiani e al Mondo la “sua” soluzione nucleare: quella per cui con qualche bottiglietta di una fantomatica Acqua Pesante si riempie un serbatoio che alimenta un misterioso riscaldatore, che trasforma la stessa acqua pesante in vapore, che fa girare turbine adatte a generare energia elettrica per mezzo di normali dinamo.

Per questa ed altre iniziative simili e inconcludenti (sono decine nel mondo, avviate negli ultimi 75 anni e mai concluse positivamente) Descalzi otterrà dal Governo per sé e per l’ENI  ricchi finanziamenti destinati alla ricerca che dovrebbero essere spesi in modo più intelligente e onesto. Entro la fine dell’anno (2022) l’Europa, vinta ogni resistenza dei Verdi, soprattutto tedeschi, che abbaiano senza mordere, darà il via libera alla produzione di energia elettrica dal nucleare, senza precisare se si tratti di “nucleare a fissione di quarta generazione” o nucleare a Fusione, e l’Italia, grazie a Descalzi, riceverà i complimenti per avere previsto e predisposto l’una e l’altra soluzione: trascurando che la prima è pronta da decenni nei Paesi confinanti con l’Italia e quindi sarà completamente acquistata a prezzi di mercato (europeo), e la seconda richiederà (ma quella di Descalzi è comunque infattibile) finanziamenti a fondo perduto per altri decenni fino a una probabilissima rinuncia definitiva per manifesta insostenibilità; ma intanto gli Italiani avranno pagato profumatamente e indebitamente per entrambe, grazie all’ignoranza seminata da Descalzi-Rampini.

E l’Italia, che alla fine degli anni 60 era ancora la terza Nazione al Mondo per uso di energia elettrica dal nucleare (a fissione) nel 2050 occuperà gli ultimi posti in classifica non tanto per l’utilizzo, che già oggi non è trascurabile, quanto per il “know-how” di tecnologie nucleari (che nel frattempo potrebbero avere reso l’Europa indipendente dal gas, russo o africano).

Giusto Buroni (ingegnere nucleare)
Milano    5/8/2022

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