La resa ânon è unâopzione contemplataâ, gli ucraini non si arrenderanno ai russi per avere salva la vita. A spiegarlo è Michail Pirog, 55 anni, comandante che guida il quarto Battaglione dei volontari della formazione nazionalista Azov – circa mille uomini nel distretto di Zaporizhzhia, la cittĂ del Centro-Sud piĂš vicina a Mariupol. Lo fa in unâintervista rilasciata a Lorenzo Cremonesi del Corriere della Sera. Il comandante rimanda al mittente anche le accuse ad Azov di essere una formazione neonazista.
âResa? Non ne abbiamo mai neppure parlato. I russi possono tranquillamente fare a meno dei loro ultimatum. Gli eroi combattenti di Mariupol si batteranno sino allâultimo uomo, non cercano il martirio ma sono pronti a morire. Ma i rinforzi arriveranno primaâ, ha detto Pirog al Corriere della Sera. Ha confermato però che la proporzione è di âcirca mille soldati ucraini accerchiati contro 10.000 russiâ. Ma âi posti di resistenza sono parecchi e rendono complicata lâavanzata russaâ, ha aggiunto.
Nellâintervista, il comandante Pirog parla anche delle accuse ad Azov di essere una formazione neonazista. âNoi siamo patrioti che combattono per la libertĂ e la democrazia. La propaganda russa falsifica la realtĂ e ci accusa di nazismo, mentre sono proprio i soldati russi a uccidere civili, a rubare e violentare. Sono loro i nuovi hitleriani. Noi ci battiamo anche per difendere le democrazie europee contro il fascismo espansionista di Putinâ.
âPer noi lâanima cosacca è oggi sinonimo di libertĂ contro la dittatura oppressiva di Putin. Altro che razzisti! Con noi ci sono ebrei, azeri, tartari di Crimea, armeni, cattolici, musulmaniâ, ha aggiunto. E sulla svastica presente sulle loro uniformi e bandiere: âĂ un antico simbolo slavo, pan-europeo, persino indiano. Per noi non ha alcun rapporto col nazismo. La realtà è che ci stiamo difendendo da unâaggressione violenta e fanatica. Abbiamo bisogno di tutto il vostro aiutoâ. https://tg24.sky.it

