Lo strano caso del lockdown di Shangai: perchè questa follia?

lockdown di Shangai

di Martina Giuntoli per  https://visionetv.it –  Negli ultimi giorni stanno spuntando come funghi su social come Weibo o Wechat, seguiti poi a ruota da Twitter e Telegram,  filmati che presentano scene di panico e di disperazione tra la popolazione cinese a causa del lockdown rigidissimo che starebbe imprigionando milioni di persone e che ne starebbe causando in alcuni casi persino serie difficoltà per mancanza di viveri e medicine di prima necessità, lockdown ufficialmente causato dall’aumento dei casi della nuova variante covid BA.2.

Un lockdown tanto assurdo e insensato quanto folle nelle sue restrizioni, irrazionalmente propagandato con droni volanti che ripetono  a gran voce alla popolazione nei sigillatissimi palazzi :  “Rispettate le restrizioni Covid, controllate il desiderio di libertà che viene dalla vostra anima, non aprite la finestra, nè cantate“. A dar man forte poi, scene apocalittiche di scontri con la polizia locale per la richiesta di lasciare l’abitazione, e addirittura  ultimo  recentissimo sviluppo, quello dei militari che si organizzano per l’immobilizzazione totale dei locali.

Shanghai

Palazzi avvolti da barriere in plastica, come fosse pellicola per gli alimenti, vigilantes ovunque, spostamenti di infetti o possibili infetti da una zona all’altra, posti di blocco, zone allestite per la  quarantena, conversione di alloggi.

Lockdown di Shangai, la prima domanda che viene alla mente è: perchè?

Cosa si cela dietro ad una storia del genere?  Ci sono almeno quattro diversi scenari che potrebbero tentare di dare una spiegazione alla vicenda descritta nei filmati e nelle (poche) notizie che ci giungono in merito alla questione del lockdown a Shangai. Proviamo a vederli.

Il primo scenario descriverebbe un lockdown causato dal ritorno del fantomatico virus covid 19, che,  per quanto mutato e per quanto lontano dal virus del 2019,  rimane pur sempre un sars-cov 2. Potremmo ragionevolmente pensare che i contagi, alzandosi a dismisura, abbiano fatto allertare le autorità sanitarie locali,  le quali, quindi, poichè da sempre ferme sostenitrici della politica zero-covid, abbiano letteralmente messo il lucchetto alle porte di 26 milioni di persone.  Certo, una misura folle, ma comunque apparentabile a quelle con cui abbiamo dimestichezza dal 2019.

Il secondo scenario invece descriverebbe un lockdown dovuto al potenziale diffondersi di un nuovo patogeno, sconosciuto alla scienza e completamente nuovo alla popolazione, per cui l’immobilizzazione di milioni di persone si baserebbe sulla genuina idea che questa volta l’unica cosa possibile da fare sia tenere in casa i cittadini implementando il distanziamento sociale e con esso diminuendo drasticamente le occasioni di contagio.

Il terzo  scenario, ipotesi azzardata ma possibile,  dipinge la distopia più spinta e cruda e rappresenta l’estremizzazione di qualsiasi tipo di controllo e di governo del controllo messo in piedi dalle autorità cinesi, uno scenario militare, apocalittico, distruttivo, delirante, in cui persino le proteste, semmai ve ne fossero, sarebbero propedeutiche alla continuazione e all’inasprimento delle misure. Un controllo per il gusto del controllo.

Il quarto scenario, infine, e anche qui ci muoviamo nel campo delle ipotesi più azzardate, dipinge invece una specie di lockdown cinese in stile 2020, essenzialmente fatto di immagini costruite ad hoc, spezzoni tagliati e messi insieme, da rivendere in Occidente essenzialmente per sponsorizzare un’altra ondata (immaginaria) di virus. Chi non si ricorda “cadono come birilli” a inizio 2020? Ecco, un lockdown proprio in quello stile.

Ovvio che nessuno in Occidente accetterebbe più un lockdown a meno che le notizie, ma soprattutto le immagini, in arrivo da paesi esotici fossero talmente sconvolgenti da giustificare una misura così estrema. In sostanza, per il ritorno di un lockdown adesso non basterebbero più i bollettini della sera ed i virostar a cantare canzoncine, oppure la promessa di salvare l’estate con una primavera tra le quattro mura di casa,  servirebbe ben altro:  un altro shock in pieno stile “camion di Bergamo” da servirsi a rilascio controllato, con il contagocce, per alimentare e dosare a dovere la paura dello sconosciuto.

Un lockdown di questo ultimo tipo farebbe davvero molto bene all’economia cinese perchè, mentre bloccherebbe nuovamente quella occidentale, implementerebbe invece quella a oriente. Dopo rapida risoluzione dei contagi, infatti, la Cina potrebbe ripartire in vantaggio sul resto del mondo, a maggior ragione adesso che avrebbe diversi partners con cui poter avviare e continuare scambi commerciali favorevoli, tipo Russia e India. Chi non ricorda la veloce uscita della Cina dalla pandemia del 2020 con un ritorno alla vita normale, e con un pil decisamente poco negativo?

E poi, quando si pensa di aver capito come stanno le cose, o almeno di aver formulato ipotesi accettabili, spunta una ultim’ora che a caratteri piccolissimi riporta che le città cinesi in lockdown sono ben 23 e che i cittadini agli arresti sono ben 193 milioni, e che, cosa non indifferente ci sono molte merci che aspettano di essere scaricate nei porti.

Ed è proprio allora che ti chiedi se in questa storia non ti stia sfuggendo qualcosa.

MARTINA GIUNTOLI

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