Denaro virtuale, dittatura reale, distruzione finale

Denaro virtuale, dittatura reale, distruzione finale

di Sonia Savioli – Forse non sapevate che l’Australia ai primi di marzo è andata sott’acqua. Non proprio tutta ma una buona parte, tra cui la città di Brisbane, dove sono caduti quasi 80 centimetri di acqua in tre giorni, a Sidney 10 centimetri in sei ore. Il bilancio provvisorio era di 21 morti, 60.000 persone sfollate, 1 miliardo di danni a strutture come strade, ponti, ecc. Il bilancio definitivo non si viene mai a sapere, dato che è bene dimenticarsi dei disastri innaturali; così come non si viene mai a sapere a quanto ammontino i danni avuti da famiglie e comunità

Forse non sapevate che in questo mese di marzo ci sono state alluvioni anche in Congo, Ecuador, Indonesia, Malawi, Mozambico, Colombia, Haiti; che in febbraio ci sono state alluvioni in Gran Bretagna, Malesia, Colombia, Brasile, Sudafrica, Honduras, Haiti, Ecuador, Madagascar, Uganda, Pakistan, Perù, Mozambico, Iran, Zambia.

Forse non sapevate, o non vi ricordate più, che nel luglio 2021 le alluvioni che colpirono Belgio, Germania, Lussemburgo, Olanda, causarono (sempre bilancio provvisorio) 246 morti e 10 miliardi di danni. Ma sicuramente non sapete che in quello stesso periodo ci furono inondazioni in Cina, Indonesia, Pakistan, Ghana, Colombia, Stati Uniti, Niger, Russia, Nigeria, con migliaia di morti, soprattutto in Cina, e più di 60 milioni di sfollati.

Se non lo sapevate, se non lo ricordavate, domandatevi come mai. Come mai i disastri climatici e ambientali, che si susseguono oggi a un ritmo mai visto prima nella storia della nostra vita su questo pianeta, non rappresentano un’emergenza per governi e mediaservi. Domandatevelo.

Ora la siccità ha asciugato i fiumi italiani, riducendoli a scarichi fognari, acque morte, distruggendo la vita acquatica e fluviale e mettendo a rischio le coltivazioni della pianura padana e non solo, ma fra qualche giorno lo avrete dimenticato, perché i tamburi mediatici battono altre musiche.

E allora adesso sentite come il globalcapitalismo, che nella sua versione italiana si prepara a costruire dighe a nord e a sud, ad est e ad ovest, nonostante non ci siano più i fiumi, corre e ci fa correre verso il precipizio.

Il passaporto vaccinale, detto “green pass” era solo l’inizio. L’effimero ministro della transizione digitale, tal Vittorio Colao, i cui mandanti hanno deciso senza chiederci niente che la suddetta transizione digitale fosse indispensabile, ci annuncia la dittatura cibernetica prossima ventura.

“Mettetevi al collo, ai piedi, alle mani, questi ceppi e queste catene! Guardate come vi stanno bene! E poi così sarete ben custoditi!”

L’ectoplasmatico Colao, ologramma delle multinazionali preposto a organizzare la fine della democrazia in Italia, dice che “stiamo pensando ad una piattaforma per l’erogazione di tutti i benefici sociali, il nome provvisorio è IDPay, tutto direttamente in digitale… la battaglia per avere meno contanti è una battaglia per digitalizzare il paese… “.

Peccato che la digitalizzazione dell’ologramma-ministro Colao sia un po’ scarsa: gli hanno lasciato dire “battaglia”. Visto? Sono in guerra contro i popoli e la digitalizzazione-eliminazione del contante è una battaglia decisiva in questa guerra.

In effetti la “transizione digitale” è indispensabile per la sopravvivenza del neoliberista globalcapitalismo: siccome non fa più gli interessi di nessuno, tranne che di una microélite, può continuare a dominare il mondo solo sotto forma di dittatura. Una dittatura “debole”, che non può servirsi della costrizione violenta, dato che, appunto, non fa più gli interessi di nessuno e quindi non ha un consenso di massa.

Eliminazione del denaro contante e identità digitale sono gli strumenti della dittatura del ventunesimo secolo: una rete in cui intrappolarci come pesci boccaloni.

Il digitale Colao, strologa oggi che strologo domani, ci annuncia IDPay: il virtuale pagamento da parte dello Stato di bonus e “misure di sostegno”. Dice che il contante è strumento di evasione. Ma nessuno poteva “evadere” i soldi erogati dallo Stato.

Dopo PIN, SPID, Pagopa, in un colpo solo l’identità digitale e il denaro virtuale fanno un balzo in avanti, tra il plauso giubilante dei mediaservi.

Che conforto sapere che la Quarta Rivoluzione Industriale, che con l’identità digitale si annuncia, eliminerà anche tutti i pennivendoli che ora la osannano e che ogni giorno ci ingannano, che verranno sostituiti da algoritmi e simpatici robot o cartoni animati digitali. Ironie della storia.

L’identità digitale, unita all’eliminazione del denaro contante, è l’arma formidabile per vaporizzare ciò che resta della democrazia; è lo strumento per l’attuazione di un sistema di controllo totale, di dominio pervasivo, di arbitrio illimitato, di repressione facile e immediata di qualsiasi comportamento che contrasti con gli interessi dei dominatori.

Sono anni che ci rintronano con la favola idiota che l’eliminazione del denaro “vero” sia l’arma per eliminare l’evasione fiscale, che il denaro virtuale, cioè i pagamenti digitali, siano finalizzati a tale scopo: al tracciamento e controllo del denaro. Quest’ultimo scopo è vero, controllando il denaro controlli la vita delle persone. Puoi emarginarle, renderle miserabili, farle morire; puoi rendere illegali le loro attività lavorative, i loro prodotti e commerci, le loro vendite e i loro acquisti.

Blocchi l’accredito del “deviante” e non potrà nemmeno rubare o chiedere l’elemosina, perché i soldi non ci saranno più. Vedete che bel progresso? Niente più denaro, niente più furti.

Niente denaro, niente più ribellione, opposizione, contestazione, niente più organizzazioni alternative al sistema, nessun rifiuto possibile di ciò che il sistema richiede. “Stai buono, fai come dico, se no ti blocco l’accredito, e non mangi più, non ti sposti più, non hai più una casa… “.

Niente denaro reale e niente più merci che non siano prodotte e/o commerciate dalle multinazionali. Sarà uno scherzo, con l’aiuto del sistema sanitario-mafioso, rendere illegali la frutta e la verdura, le uova e i latticini prodotti dai piccoli contadini e dagli agricoltori biologici: saranno dichiarati infetti e tossici.

Vedete, con il denaro reale succede che voi andate a comperare le uova da quei ragazzi che stanno in collina e che tengono sei galline, e ci comperate anche qualche chilo di miele, perché hanno qualche arnia; quando poi è il tempo delle ciliegie, se li aiutate a raccoglierle, potete portarvi a casa qualche chilo di ciliegie a metà del prezzo corrente, e così quei ragazzi possono evadere il fisco. A questo bisogna porre rimedio. Con la fine del denaro contante, potranno solo arrangiarsi col baratto. Finché non verrà proibito anche quello.

L’Unione Europea sta già cercando di rendere illegali i prodotti fitoterapici, cominciando con gli oli essenziali.

Addio gruppi di acquisto solidale, mercati contadini, Genuino Clandestino, con la fine del denaro contante. E sarebbe solo l’inizio.

Avete già visto cosa si può fare con la tecnica cibernetico-digitale e il denaro virtuale: l’avete visto in Canada, quando il governo ha “congelato” i soldi virtuali che il popolo canadese aveva donato attraverso internet per sostenere la lotta dei camionisti, e ha poi bloccato i conti e le carte di credito dei camionisti stessi.

Questo è il futuro che ci aspetta con la fine del denaro contante, con il denaro virtuale e l’identità digitale, ed è già abbastanza terrificante ma non è tutto qui. Per realizzare questo futuro terrificante c’è bisogno del sistema 5G, c’è bisogno di potenziare all’inverosimile la rete cibernetica. Il 5G è indispensabile per: controllare ogni nostra azione, scelta, parola, incontro gesto, compreso quel vostro sbarrare gli occhi o inarcare il sopracciglio leggendo questo articolo; eliminare circa un miliardo, milionuccio più milionuccio meno, di posti di lavoro, sostituiti dalla “intelligenza artificiale” e da macchinari robotizzati; eliminare il denaro reale, sostituito da denaro fantasioso in mano alle banche senza più sportelli, e dunque in mano ai padroni delle banche; produrre e vendere miliardi di aggeggi elettronico-cibernetici, incrementando il profitto e il potere delle multinazionali e la demenza e l’inettitudine amebica delle masse, oltre a renderci sempre più dipendenti e sempre meno liberi e autonomi persino nelle piccole, anzi minutissime, scelte quotidiane, esempio: aprire o chiudere il finestrino dell’auto quando ci pare, usare un annaffiatoio, comperare un buffo portachiavi, leggere una cartina stradale. Perché? Semplicemente perché sarà l’auto a decidere se si può e quando si può aprire il finestrino e, quanto alle altre cose, non esisteranno più, sostituite da pulsanti e sistemi elettronico-digitali che si guasteranno ogni tre giorni ma questo è ininfluente.

Il 5G minerà anche la nostra salute, dato che ogni giorno e ogni notte, senza mai tregua, attraverseranno il nostro corpo migliaia di onde elettromagnetiche. Già gli studi dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) avevano provato la connessione dell’uso intenso di telefoni cellulari con tumori come il glioma (tumore maligno del cervello) e il neurinoma (tumore benigno del nervo acustico), quindi che non ci raccontino balle sull’innocuità di un mare di onde elettromagnetiche in cui saremmo immersi ogni momento della nostra vita, e, per quelli che ancora devono venire al mondo, fin dalla nascita. Comunque, anche questo non è un problema: si troverà bene qualche virus, vero o presunto, a cui addebitare le colpe delle malattie elettromagnetiche, così da guadagnare qualche altra paccata di miliardi somministrandoci farmaci tossici e invalidanti e vaccini sperimentali.

Come vedete, il globalcapitalismo per tutto ha un rimedio peggiore del male. Però ricordatevi che, perché riesca questo progetto di distruzione sociale, umana e ambientale, ci vuole la complicità (ebete, posso dirlo?) dei futuri schiavi: se nessuno comperasse uno smartfono 5G, il progetto sarebbe già fallito.

Comunque, alla fine della fiera del profitto e del dominio illimitati, il rimedio non c’è. Perché il profitto senza fine, presupponendo uno sfruttamento senza fine delle risorse della terra e un inquinamento senza fine, decreta la fine della vita sul pianeta.

La Quarta Rivoluzione Industriale, che avanza a grandi passi sfracellando ogni cosa sul suo cammino, ha bisogno, per realizzarsi, di una quantità illimitata di risorse di ogni tipo, comprese quelle che stanno sottoterra e persino nelle profondità dei suoli sottomarini. Ha bisogno di una quantità illimitata di energia, di ampliare il nucleare e di utilizzare qualsiasi fonte fossile e non fossile di combustibile: dal carbone agli alberi delle foreste per le centrali a biomasse, comprese quei pochi alberi secolari rimasti nelle foreste demaniali e nei parchi nazionali; ha bisogno di rifiuti da bruciare negli inceneritori per creare energia, e quindi di aumentare la quantità di rifiuti bruciati; ha bisogno di dighe su tutti i fiumi per creare energia e, naturalmente, di parchi eolici giganteschi e mostruosi e di enormi distese di pannelli fotovoltaici. Tutto ciò, oltre a creare energia privata, viene sovvenzionato dai soldi pubblici e crea anche tanti profitti per cementificatori e asfaltatori vari (immaginate quanto cemento per una diga e quante nuove strade in mezzo alle foreste e sui crinali di montagna per i parchi eolici). Per giustificare il tutto, ci parlano di “transizione energetica”, di “compatibilità ambientale”. Mettendo la logica a gambe all’aria e testa in giù, diventano “ecologici” i veicoli elettrici, che consumano energia prodotta nei modi sopracitati, oltre ad avere bisogno, come tutti gli strumenti e i prodotti cibernetici del 5G, di batterie, condutture elettriche e componenti elettroniche: oggetti tra i più inquinanti che la follia megalomane del profitto abbia inventato, per produzione e smaltimento, oltre che estremamente energivori.

Così, i perpetratori della Quarta Rivoluzione Industriale stanno pensando di aprire grandi miniere a cielo aperto in tutta Europa (per la transizione energetica), di utilizzare piccoli reattori nucleari per dare energia alle miniere, che consumano più energia di quella che produrranno i loro metalli (sempre per la transizione energetica), di coprire quelli che una volta erano campi dove si produceva cibo con schiere infinite di pannelli fotovoltaici, di costellare i crinali appenninici di pale eoliche alte come grattacieli di sessanta piani e con basamenti di decine di migliaia di metri cubi di cemento (sempre per la transizione energetica). Stanno progettando di estrarre i minerali che servono alla “transizione energetica” anche dai fondali marini, con quale dispendio di energia lo lascio immaginare a voi. Ma l’energia che serve per realizzare le pale eoliche di sessanta piani la pagheremo noi con i soldi dello Stato, e pagheremo anche l’energia che produrranno, con le nostre bollette. Se qualcuno di noi sarà ancora vivo dopo tanto sfacelo del pianeta e del suo ambiente.

Se poi volete vedere con i vostri occhi anche solo un piccolo esempio di tale sfacelo, che vi convinca che non sto esagerando, vi allego qualche video che vi permette di farvi un’idea semplicemente di cosa sono oggi le miniere. Litio, rame, oro, terre rare, sono tra i minerali necessari per la “transizione energetica”. Le miniere che vengono realizzate per estrarli consumano quantità di energia mostruose, non per niente stanno pensando di produrre tale energia con “piccoli” reattori nucleari appositi. Transizione energetica verso dove? Intanto si consumano ogni anno in Italia 600 gigawattora di energia per innevare artificialmente piste di sci che, a causa del riscaldamento globale, sono senza neve. Transizione verso la demenza finale?

L’inquinamento e il disastro ambientale che producono le miniere oggi è poi un discorso a parte: fiumi interi avvelenati col cianuro, terre inquinate e rese sterili, migliaia di ettari di foreste distrutte. Il consumo di energia necessaria alla cosiddetta “transizione energetica” potrebbe essere la fine del mondo. Non in senso metaforico.

Dobbiamo buttare a mare, metaforicamente s’intende, non vogliamo creare altro inquinamento, i complici dei predoni che ora stanno nel nostro governo, e che hanno aperto le porte a un saccheggio senza precedenti sia dei beni comuni e pubblici, sia dell’ambiente e delle risorse naturali.

Ma dobbiamo anche fermarci e cambiare direzione, se vogliamo fermarli.

Sonia Savioli

www.youtube.com/watch?v=ipOeH7GW0M8

www.youtube.com/watch?v=bAIgWpNbLJo

www.youtube.com/watch?v=zgQVFRd3YnM

www.youtube.com/watch?v=eodyKtZPofw

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