Povertà, boom furti di cibo nei supermercati

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A spingere i furti di cibo nei supermercati è il caro prezzi con l’inflazione che colpisce il carrello della spesa e mette a rischio alimentare ben 5,6 milioni di italiani che si trovano in una condizione di povertà assoluta. E’ quanto afferma la Coldiretti, nel commentare lo studio dell’Università Cattolica sui furti fra gli scaffali. Per effetto dei rincari, secondo la Coldiretti è destinato ad aumentare il numero di quanti non riescono più a garantirsi un pasto adeguato, ma anche di quanti sono tentati dalla ricerca di soluzioni illegali.

Si tratta della punta dell’iceberg della situazione di crisi in cui si trova un numero crescente di persone, molte delle quali sono costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi alimentari, anche per la crisi generata dalla pandemia. Persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche.

“E’ necessario sbloccare al più presto i 200 milioni di euro dei fondi del Ministero delle Politiche Agricole per acquistare alimenti di base di qualità Made in Italy da consegnare agli indigenti”. chiede il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “occorre accelerare la presentazione dei bandi per gli aiuti agli indigenti con le risorse stanziate per acquistare cibi e bevande di qualità da distribuire ai nuovi poveri”.

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Il carovita spinge i furti di cibo nei supermercati

Lo si legge nello studio su ‘La Sicurezza nel Retail in Italia 2021’, realizzato da Crime&tech, spin-off dell’Università Cattolica, con il supporto di Checkpoint Systems Italia e la collaborazione del Laboratorio per la Sicurezza. Nel 2020 le differenze inventariali nei supermercati hanno raggiunto quota 3,48 miliardi di euro, pari all’1,41% del fatturato annuo.

Il settore alimentare, è stata la categoria maggiormente interessata, con un valore superiore alla media (1,89% del fatturato). Il fenomeno complessivo però non riguarda soltanto i furti, ma comprende anche tutto ciò che non fa fatturato la merce scaduta e avariata anche a causa di interruzioni della catena del freddo. Il tipico esempio può essere anche il prodotto da frigo che viene abbandonato sugli scaffali o in prossimità delle casse dal cliente che cambia idea dopo averlo messo nel carrello. ansa

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