Epidemiologo Ciccozzi: vaccinare i profughi ucraini, se accettano

vaccino migranti invisibili

Nessun allarme per i profughi che arriveranno dall’Ucraina in Italia dopo la fuga dalla guerra.

Anche se il tasso di vaccinazione della popolazione ucraina è molto baso (pari al 35%) “basterà fare tampone all’arrivo e isolare i positivi”. L’Italia deve fornire cure e vaccini, tenendo aperti e a disposizione di tutti – anche dei migranti – gli hub vaccinali. Lo spiega ad askanews Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus Biomedico di Roma.

“Da un punto di vista umanitario – dice – sono contento e felice di accogliere i profughi, anzi se potessi farei molto di più per questa gente che è stata ignobilmente invasa. Quello che possiamo fare dal punto di vista epidemiologico e sanitario – spiega Ciccozzi – è fare un semplice tampone all’ingresso. Le persone positive le curiamo in un modo, gli altri le cureremo se serve. È molto semplice”.

La popolazione ucraina ha un tasso di vaccinazione del 35%. E’ da prevedere un piano di vaccinazione ad hoc per loro? “Se loro accettano una vaccinazione, la dobbiamo offrire. Noi – risponde l’esperto – dobbiamo offrire tutte le cure, cure gratuite, lo prevede la Costituzione. Se loro accettano, e spero sia così, dobbiamo offrire anche la vaccinazione”.

Nessuna preoccupazione dunque per l’ondata di arrivi che riguarderà anche l’Italia. “Non sono preoccupato – dice-. Se facciamo le cose come sappiamo fare, ovvero tampone all’ingresso, isolamento dei positivi, non c’è alcuna preoccupazione. La cosa importante è offrire il vaccino e tenere gli hub vaccinali aperti. Penso che saranno anche ben contenti di vaccinarsi”.  ASKANEWS

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