“Paese di torri e di campane”, il commento di Stefano Montanari

di Stefano Montanari

Paese di torri e di campane e di figli di puttane” – Il dr. Stefano Montanari risponde all’articolo di Armando Manocchia, direttore di ImolaOggi.it.

“Ho letto il tuo articolo relativo alle torri, alle campane e a certa italica figliolanza.
A mio parere, le cose stanno peggio o meglio di come le prospetti tu, e questo a seconda del punto di osservazione.
I fatti sono incontestabili: la situazione sta ruzzolando verso un abisso di distruzione planetaria, e la responsabilità, ci piaccia o no, è solo nostra. Noi non siamo al cospetto di un colpo di stato, perché i colpi di stato arrivano d’improvviso, in gran parte inaspettati, e generati da un manipolo esiguo di attori. Ciò che stiamo vivendo è altro.

Nel nostro caso, se noi avessimo tenuto gli occhi aperti e i neuroni connessi, ci saremmo accorti da tempo che si stava preparando qualcosa di grande, Anzi, di enorme. Giusto per non ricorrere che a pochi esempi, da diverse legislature deputati e senatori arrivano in parlamento con modalità che non sono quelle previste dagli articoli della Costituzione che ne trattano (56 e 58, se si vuole controllare). Questa illegittimità condotta nella più totale indifferenza generale ha condotto alla formazione di una camera e di un senato allestiti non dal popolo, vale a dire dal protagonista della Costituzione, ma dai partiti, squadre occasionali ed effimere dove si concentrano gli occasionali ed effimeri interessi di qualcuno “che conta.”

Un altro esempio è quello dell’Italia ceduta anni fa alle industrie farmaceutiche come stabulario in cui si compiono esperimenti d’interesse medico, sociologico e finanziario. La transazione fu effettuata senza che la merce, cioè le cavie, cioè il popolo, fosse almeno interpellata, e con un salvacondotto d’immunità che a me pare mostruoso. Che le cavie, poi, siano paganti è un tocco beffardo che completa la farsa tragica.

Un altro esempio ancora, e mi fermo lì, ma potrei continuare, è l’invenzione solo apparentemente stravagante della cosiddetta “immunità di gregge.” È evidente a chiunque abbia studiato con profitto sufficiente che una bestialità del genere non regge dal punto di vista scientifico, eppure, ormai da anni è su quell’assurdità che si fonda la tirannia, con tanto di presupposti “scientifici” con “scienziati” al seguito, per grotteschi che quelli siano.

Da anni, e con eccezioni sempre più eccezionali, la cosiddetta informazione è gestita dal regime che ha messo in piedi ciò che ho appena, lontano dall’essere esaustivo, elencato, e, alla Goebbels, la menzogna ripetuta come una giaculatoria h24 ha funzionato perfettamente, tanto che le cavie paganti hanno sviluppato una specie di filtro che impedisce a quel che resta dei loro cervelli di recepire i fatti e di elaborarli. E, allora, i fatti vengono addirittura, almeno in parte, pubblicati.

Esempi? Una mortalità ufficialmente causata dal “morbo” paragonabile a quella di una blanda influenza. Il fallimento totale delle cosiddette “vaccinazioni”, tanto che, con 9 italiani su 10 “vaccinati” (stando almeno a Sergio Mattarella), i rapporti quotidiani su morti, malati e intasamento degli ospedali sono veri e propri bollettini di guerra.

A questo punto, se è vero che il “morbo” infuria più di prima, chiunque sia dotato di capacità raziocinante non può non avvedersi che le contromisure, dai “vaccini” alle mascherine, dai guanti agli arresti domiciliari, non sono servite a nulla. Qualcuno, poi, (complottista!) potrebbe domandarsi se a far peggiorare la situazione non siano state proprio le contromisure. Ma è qui che il filtro di cui dicevo entra in funzione.

Credo che nessun indovino sarebbe capace di pronosticare ciò che uscirà di qui a poco dal parlamento, un parlamento per la prima volta nella nostra storia senza alcuna opposizione. Forse sono in gioco variabili di cui noi, i sudditi, le cavie, non abbiamo contezza. A mio parere, se si dovesse dare un ulteriore giro di vite, la cosa potrebbe rivelarsi un autogol, e più di una cavia potrebbe assumere comportamenti non proprio da salotto.

Tanto per ricorrere a qualche altro esempio, pochi giorni fa parlavo con un poliziotto non “vaccinato” il quale mi diceva di essere stato sospeso a stipendio zero. Parlavo con un’insegnante che, pure lei sospesa, non solo era senza stipendio, ma i suoi gradini di anzianità erano congelati, con tutto quanto ha a che fare con la pensione. Un’infermiera, madre di due figli e separata dal marito, mi diceva che deve scegliere tra fare la fame e rischiare la salute “vaccinandosi”. Ma aggiungeva pure che, se si fosse “vaccinata” e la salute (o altro) se ne fosse andata, i due bambini avrebbero avuto qualche problema.

Ora la mia domanda è: “Quanto si può credere di poter stringere ancora il cappio confidando in un’assenza di reazioni?”

Tu sai, caro Armando, che per cultura, educazione e carattere io sono del tutto contrario alle manifestazioni di violenza, da qualunque parte queste arrivino. E sono anche queste che temo al di là della perdita di dignità che già c’infama. Quando un governatore di regione invoca il napalm e un “costituzionalista” i cannoni di Bava Beccaris, il tutto senza che né la politica né la magistratura intervenga, le probabilità che a farlo sia qualcuno che “non è autorizzato” si alzano a dismisura.

Ecco: essere arrivati molto vicini al limite potrebbe essere l’aspetto positivo di questo altrimenti allucinante esordio di anno. Se non sarà un’illuminazione divina, potrà almeno essere il ricorso alla prudenza di chi potrebbe accorgersi che, esagerando, rischia di perdere tutto.

Cordialmente

Stefano Montanari

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