Germania, ‘sindrome dell’Avana’ nell’ambasciata USA

sindrome dell'Avana

La polizia tedesca sta indagando casi sospetti di ‘sindrome dell’Avana’ segnalati tra il personale dell’ambasciata Usa a Berlino. I primi episodi di “presunti attacchi con arma sonica” sono avvenuti ad agosto, hanno specificato gli investigatori. ll dipartimento di Stato americano questa estate ha rifiutato di confermare i casi a Berlino, ma ha affermato che indagare sugli “incidenti sanitari anomali” era una priorità.

La notizia dell’attacco al personale dell’ambasciata statunitense nella Capitale tedesca è arrivata dopo l’arresto in agosto di David Smith, un impiegato dell’ambasciata britannica nella capitale tedesca, con l’accusa di aver venduto informazioni alla Russia. Uno dei due colpiti del personale Usa lavorava al programma di indagine sugli attacchi informatici russi. L’altro si occupava del gasdotto Nord Stream 2 (che collegherà la Russia alla Germania e che è di fondo osteggiato dagli Usa). I funzionari sono stati rimandati negli Stati Uniti, secondo quanto riportato dal quotidiano Bild. Sembra che siano stati presi di mira nelle loro case e anche i membri delle rispettive famiglie si sono ammalati.

Sindrome dell’Avana, 200 funzionari colpiti

Sono oltre 200 i funzionari Usa colpiti dalla misteriosa sindrome dell’Avana dal 2016 a oggi: hanno denunciato una sensazione di pressione all’interno della testa, strani ronzii provenienti da una particolare direzione, ma anche vertigini, nausea e affaticamento.

Nel corso degli anni è emerso che questo malori potrebbero essere causati da attacchi che utilizzano energia a radiofrequenza come le radiazioni a microonde. È una questione avvolta da mistero su cui la Cia sta indagando attraverso una task force. Ieri il presidente americano, Joe Biden, ha firmato una legge per garantire una migliore assistenza sanitaria e finanziaria, promettendo che sarà rintracciata “la causa e il responsabile”. www.rainews.it

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