I veri motivi del ritiro dall’Afghanistan

Casa del Sole TV  – “L’obiettivo è usare l’Afghanistan per lavare il denaro delle tasse degli Stati Uniti e dei paesi UE attraverso l’Afghanistan e portarlo nelle mani di un’élite sovranazionale.” Così diceva Julian Assange nel 2011. Il fondatore di Wikileaks raramente sbaglia e ha inquadrato correttamente il perché dell’arrivo, il 7 ottobre 2001, degli Americani sul suolo Afghano.

Ma perché andarsene, e perché ora. Biden scarica la colpa su Trump, ma il discorso non fila. Come fa notare la deputata Cheney, figlia di Dick Cheney, uno degli architetti dell’invasione, “Biden avrebbe potuto disattendere quell’accordo”.

Ritiro dall’Afghanistan, perchè ora

La scelta è precisa e, sotto il tappeto, ha un obiettivo chiaro: la campagna d’Iran. Far credere all’opinione pubblica di abbandonare adesso l’Afghanistan nelle mani di classici estremisti Islamici serve a creare la giusta predisposizione d’animo nel popolo Americano.

In tutto questo, si lascia un tassello fondamentale: la Nuova Via della Seta alla mercé dei Taliban, così da essere tutti pronti a isolarla con un embargo.

E, visto che ci siamo, non dimentichiamo che i Taliban, se sapientemente guidati, potrebbero consentire ancora agli Usa di accedere ai miliardi di dollari di valori dei depositi minerari di terre rare e con la scusa dell’embargo, li toglierebbero agli avversari Russi e Cinesi. L’Afghanistan possiede 60 milioni di tonnellate di rame, 2,2 miliardi di tonnellate di minerale di ferro, 1,4 milioni di tonnellate di lantanio, cadmio, mercurio, litio e altri metalli preziosi. La task force appositamente creata dal Dipartimento della Difesa ne stima il valore in 908 miliardi di dollari.

Insomma, non c’è nulla di casuale nella ritirata e nel caos successivo. Tutto era stato previsto, tutto è andato come doveva andare.

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