No Green Pass (and no tampone), no Party

no tampone no party

di Aldo Grandi – Mai e poi mai avremmo pensato, nemmeno nei giorni più bui di questa pandemia spacciata per una peste bubbonica di dimensioni colossali, che ci saremmo trovati a sentirci emarginati e appestati, sia pure orgogliosamente, fino a questo punto. Attenzione, il 6 agosto entrerà in vigore il nuovo decreto del Governo Draghi, quello che avrebbe dovuto restituirci vita e libertà e che, al contrario, ha continuato a mettercelo sotto la coda. Dal 6 agosto chi, come noi, non sarà ancora vaccinato, non potrà usufruire di numerosi servizi e attività che, in genere, vengono riservate a tutti i cittadini.

Ci saranno, così, cittadini di serie A e cittadini di serie B, né più né meno dei bei tempi di quando Lui caro lei che per lavorare o accedere a determinati incarichi si doveva per forza di cose avere la tessera del partito. Dal 6 agosto, quindi, non prima.

No tampone, no party

Così, quando, alcuni giorni fa la gentilissima signorina o signora Maria Solntseva a nome della Suvorov Foundation, ci ha invitato all’evento “Dialogo Russo-Europeo”, organizzato in collaborazione con il “Leaders Club” Russia – un’organizzazione non governativa per sviluppo d’iniziative in business, a Villa Arnolfini in quel di Gragnano abbiamo accettato con curiosità dichiarandoci disponibili a intervenire, chi scrive e il fotografo della Gazzetta Cip Gheorghita. Tutto ok, entusiasta anche l’organizzazione che, addirittura, ci ha domandato se, alla cena, avremmo preferito menu a base di carne o di pesce. Lasciamo ai lettori la possibilità di indovinare. L’appuntamento era per oggi pomeriggio alle 18 per l’aperitivo.

Avevamo chiesto se era previsto un dress-code, ma ci era stato risposto che con questo caldo era difficile e che sarebbe andato benissimo essere vestiti nello stile business-smart / estivo elegante / o cocktail nella sua versione estiva senza cravatta, ma anche senza pantaloncino. Ottimo, niente cravatta per noi che la soffriamo da sempre.

Per chi non lo sapesse la fondazione Suvorov prende il nome da Aleksandr Vasil’evič Suvorov un generale e principe russo eroe nazionale e passato alla storia per essere stato l’unico generale a non essere mai stato sconfitto in battaglia.

Tutto sembrava filare liscio senonché, proprio ieri mattina è giunta la mail della gentile signorina o signora di cui sopra la quale ci annunciava l’invio di una modulo di autocertificazione nel quale avremmo dovuto dichiarare alcune cose e sottoscriverlo. Lo abbiamo aperto e letto. Così c’era, ad un certo punto, scritto:

DICHIARA

●  Di non avere sintomi influenzali negli ultimi 14 giorni quali rialzo temperatura, tosse o difficoltà respiratorie, indolenzimento e dolori muscolari, congestione nasale, naso che cola, mal di gola o diarrea.

●  Di aver effettuato la misurazione della temperatura corporea che risultata inferiore a 37.5°

●  Di non essere oggetto di provvedimento di quarantena obbligatoria

●  Di non provenire dalle zone a rischio epidemiologico e l’assenza di contatti, negli ultimi 14 giorni, con soggetti risultati positivi al COVID-19 per quanto di sua conoscenza

●  Di impegnarsi ad informare tempestivamente il personale in caso di presenza di qualsiasi sintomo influenzale durante la permanenza e nei 14 giorni successivi

●  Di aver preso visione delle regole comportamentali della struttura, di essere a conoscenza delle misure adottate e di aver preso visione della segnaletica.

●  Di essere in possesso del GREEN PASS detta anche autocertificazione ‘verde’ – o autocertificazione attestante:

●  di essere vaccinati (anche una sola dose)

●  di avere avuto il Covid ed essere guariti

●  di aver effettuato un tampone (molecolare o rapido) recante esito negativo entro le 48 ore che precedono l’evento.

Tutto questo per una semplice partecipazione ad una cena privata all’interno di una splendida residenza lucchese. Ora, con tutto il rispetto per Suvorov e i suoi adepti, noi l’unica volta che ci siamo fatti il tampone anti-Covid e non senza averci riso su, è stato quando, dopo due mesi che non vedevamo la nostra dolce trequarti preoccupata più o meno giustamente dal lockdown devastante del 2020, le abbiamo voluto dare una prova d’amore.

Pensate che non siamo nemmeno salpati per la Corsica il 29 luglio perché, al ritorno – e anche all’andata – avremmo dovuto, noi e la nostra mamma di 96,4 anni, sottoporci al vituperato test.

Inoltre, se non erriamo, le misure richieste dalla zelante Suvorov Foundation, entreranno in vigore il 6 agosto, quindi perché voler essere più realisti del re?

La signorina o signora Maria Solntseva si è anche offerta di farci rimborsare il costo del tampone, forse pensando che il problema stesse lì. No, cara compagna Solntseva, non è una questione di soldi, ma di principio. Noi non ci stiamo a questa dittatura sanitaria che adesso ci chiede il Green Pass per accedere al ristorante o anche a un evento come il vostro e chissà poi domani dove arriverà.

Se la nostra presenza non vi è gradita al punto da infrangere le regole del malsenso comune, noi, per quanto ci riguarda, facciamo a meno dell’invito e della vostra conoscenza. La libertà è il bene più prezioso che un essere umano può avere a disposizione, anche più della sua stessa sopravvivenza. Forse, alle vostre latitudini, così come, purtroppo e adesso, anche alle nostre, ciò non vi è stato insegnato o non vi è del tutto manifesto, ma per noi è tutto molto, molto chiaro.

Vi auguriamo ugualmente una buona cena tra vaccinati e tamponati dell’ultim’ora. Che tristezza deve essere sentirsi tutti uguali come polli di allevamento.

https://www.lagazzettadilucca.it

No tampone, no party

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