Le fake news per screditare il Nobel Luc Montagnier

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di Antonio Amorosi – “Tutte le persone vaccinate moriranno entro 2 anni. Il premio Nobel (in alcuni casi nel testo c’è scritto il nome Luc Montagnier in altri casi compare solo la foto con il volto del Nobel francese, ndr) ha confermato che non c’è alcuna possibilità di sopravvivenza per le persone che hanno ricevuto qualsiasi forma di il vaccino”. Ma è una fake. Le immagini false attribuite allo scienziato francese, che Affaritaliani.it mostra nella foto, circolano in modo compulsivo da giorni in rete e sui cellulari di tutto il mondo.

Il Premio Nobel Luc Montagnier non ha mai detto quella frase. Ha invece affermato che la vaccinazione di massa, in piena pandemia, è un enorme errore e potrebbe essere responsabile dell’emersione di varianti sempre più resistenti ai vaccini.

Luc Montagnier, l’intervista

Luc Montagnier ha rilasciato un’intervista a Pierre Barnérias di Hold-Up Media, tradotta per il pubblico degli Stati Uniti da RAIR Foundation USA, dove sostiene che “la vaccinazione di massa contro il Coronavirus durante la pandemia è impensabile… è un errore storico che sta creando le varianti… un enorme errore scientifico, un enorme errore medico. Un errore inaccettabile. I libri di storia lo dimostreranno, perché è proprio la vaccinazione a creare le varianti”. “Molti epidemiologi lo sanno e tacciono sul problema, noto come ‘potenziamento dipendente dagli anticorpi’”.

Spiega Luc Montagnier: “Sono gli anticorpi prodotti dal virus che rendono l’infezione ancora più forte”. E racconta che “sta facendo delle ricerche sui pazienti che si sono vaccinati e che in seguito si sono ammalati”. “Vi mostrerò che questi pazienti stanno creando le varianti che resistono al vaccinazione”.

Alla domanda dell’intervistatore “dovremmo vaccinare durante la pandemia?” Montagnier risponde: ”E’ impensabile”. “Molte persone lo sanno, gli epidemiologi lo sanno…stanno in silenzio”.

Lo scienziato spiega in questo modo il processo di alimentazione delle varianti: “Gli anticorpi si legano al virus, dal quel momento il virus ha i recettori”, una sorta di potenziamento del virus determinata dagli anticorpi indotti.

L’intervista ha destato scalpore e fatto il giro del mondo. Numerosi scienziati sono intervenuti contrastando l’analisi di Montagnier. Ma qualcuno, ad arte, ha creato la fake strampalata sulle morti dei vaccinati che ha destato altrettanto scalpore soprattutto in India e negli Usa. Siamo di fronte al classico tentativo di non entrare nel merito della questione sollevata, in questo caso da un Nobel, per delegittimarlo, attribuendogli una bufala colossale, al fine di ridicolizzarne la posizione.

Luc Montagnier fu tra i primi a sostenere che la Sars-CoV-2 sembrava un prodotto da laboratorio, forse fuoriuscito per errore dai laboratori di Wuhan in Cina. Ora, in seguito alla rivelazione che alcuni scienziati di Wuhan si siano ammalati prima dell’esplosione del virus e alla conferma su questo dato proveniente da ambienti istituzionali Usa, anche i media tradizionali si stanno interrogando sul caso. Ma anche su quelle affermazioni Montagnier venne ampiamente ridicolizzato.

Entrano invece in merito delle affermazione del Nobel francese gli scienziati Usa che sostengono siano errate le sue analisi: le mutazioni naturali sono responsabili delle varianti del coronavirus, non i vaccini. Esperti e funzionari della sanità pubblica affermano che i vaccini possono aiutare a prevenire lo sviluppo di nuove varianti rallentando il tasso di trasmissione del virus, ogni volta che un virus si replica, questo perché si verificano naturalmente mutazioni nel suo materiale genetico.

“La mutazione in sé non si verifica a causa dell’immunizzazione”, ha affermato il dottor Stanley Perlman, professore di microbiologia e immunologia presso l’Università dell’Iowa. “Se pensi a un virus come un albero che cresce e si ramifica, ogni ramo dell’albero è leggermente diverso dagli altri”, ha affermato il Centers for Disease Control and Prevention sul suo sito web . “Queste piccole differenze, o varianti, sono state studiate e identificate dall’inizio della pandemia”. Sono queste le varianti.

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