Aumentare le tasse è battaglia del Pd, Letta allo scontro con Draghi

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Nessun passo indietro da parte di Enrico Letta dopo il no di Draghi in conferenza stampa alla proposta del leader del Pd di mettere una tassa di successione su donazioni ed eredità milionarie per finanziare una dote di dieci mila euro per metà dei diciottenni italiani. “Non ne abbiamo mai parlato – è stato il commento del premier – Ma ho detto più volte che questo non è il momento di prendere soldi dai cittadini italiani ma di darli”. Una frase chiara per chiudere il discorso. Ma Letta ha deciso di andare al contrattacco. “Appoggiarlo – spiega il leader dei dem alla Stampa – significa anche dire al primo ministro che è il momento della redistribuzione. Lui premier, io guido la sinistra“.

Una reazione che, in fondo, il segretario del Pd cercava, perché serve a conquistare un elettorato di sinistra che vuole marcare al massimo le distanze dalla destra. Va detto, però, che anche nel Pd ha destato stupore questa virata di Letta. «Sono d’accordo con Draghi», ha twittato subito l’ex renziano Andrea Marcucci, mentre la sinistra dem, con Gianni Cuperlo, Matteo Orfini, Andrea Orlando, è corsa ad applaudire.

“Essere leali – prosegue Letta alla Stampa – significa, anche, tenere il punto quando si è forti delle proprie convinzioni». Sulla lealtà, e su questo punto, il suo pensiero è altrettanto netto di quello del premier. “Perché il sostegno al governo è anche dire a Draghi e all’opinione pubblica che questo è il momento della redistribuzione delle ricchezze. Abbiamo il dovere di dare le risposte a chi non ha le spalle coperte alle famiglie di origine».

Ecco perché dal Nazareno tengono il punto su quella che è e sarà «una battaglia del Pd», sul fatto che «non c’è nessuna contraddizione tra portare avanti proposte identitarie e sostenere il mandato del governo Draghi, dove c’è anche una riforma del fisco». E il Pd si aspetta che il premier onori l’impegno di presentarla entro luglio. affaritaliani.it

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