Damiano Polloni ha ragione: stanno uccidendo non solo l’economia e l’emotività, ma soprattutto la libertà

Damiano Polloni

di Aldo Grandi – Adesso, a Licciana Nardi, ridente comune della Lunigiana, hanno trovato… l’untore contro cui scatenarsi. Si chiama Damiano Polloni e, a quanto ci risulta, fa il consigliere comunale di maggioranza, iscritto a Forza Italia, nel comune di appartenenza. Noi non lo conosciamo né di nome né di fatto, quindi, non possiamo certamente dare un giudizio sul suo operato politico né, tantomeno, su quello dell’amministrazione comunale che guida il paese di Licciana Nardi. Ci è, però, capitato sotto gli occhi il suo post su facebook e, dopo averlo letto con attenzione, non abbiamo potuto non avvertire un senso di assoluto compiacimento e di assoluta condivisione.

Non nutriamo simpatie per il partito di questo signore – invero non abbiamo simpatie per i partiti in generale – ma quello che ha scritto denota, quantomeno, il coraggio di pensare autonomamente e una indipendenza di giudizio decisamente rari nella casta-classe politica che ci amministra e governa. Oggi, infatti, nonostante sia evidente a tutti che dopo un anno di pandemia nessuno, ancora, ci ha capito qualcosa, dire quello che ha scritto Polloni equivale a farsi dare di tutto, di più: dal negazionista allo sciagurato, dal criminale al fascista, dal razzista all’idiota e via di questo passo. Noi, che da sempre, sin dal primo giorno, abbiamo messo in guardia su ciò cui stavamo andando incontro e su come si stava cercando di affrontarlo, ci siamo abituati e abbiamo le spalle robuste, sul fronte querele e sul fronte esposti, ma non tutti sono così.

Verrà il giorno in cui quelli come Polloni e chi scrive saranno, probabilmente, arsi sul rogo della Nuova Santa Inquisizione che non tollera eccezioni al proprio Pensiero Unico Dominante e che vuole trasformare questo pianeta e, nel nostro caso, questo sfasciato Stivale, in una accozzaglia di poveri derelitti senza arte né parte, ma, in particolare, senza la possibilità di poter vivere degnamente e provvedere in maniera autonoma alla propria vita materiale. E la cosa che più colpisce non è tanto che Damiano Polloni se ne sia accorto, più o meno, ma che tutti gli altri lo attacchino come se fosse un novello Giordano Bruno.

C’è da chiedersi come mai, guarda caso, ad essere favorevoli ai lockdown, ai vaccini, alle zone rosse e colorate di scuro – o, comunque, non sfavorevoli – siano, soprattutto, coloro che, a fine mese, hanno lo stipendio garantito. Provate a chiedere ad un ristoratore o ad un commerciante o ad una partita Iva cosa ne pensa di questa farsa che è stata, anche, tragedia, se preferisce rischiare il contagio o morire, sicuramente, di miseria e perdita di dignità.

Esiste un momento, nella vita di tutti noi, in cui è indispensabile scegliere da che parte stare. E’ una campana che suona, prima o poi, per ciascuno e, purtroppo, sono sempre di più coloro che, per paura, convenienza, opportunismo, vigliaccheria, preferiscono far finta di non sentire. Esiste, soprattutto, un momento – e quello odierno è tra questi – in cui è giusto domandarsi fino a che punto si accetta di pagare un prezzo per rinunciare alle cose cui teniamo di più. Ebbene, per noi e, evidentemente, anche per Polloni, questo prezzo è già stato superato da un pezzo e non vale più la pena pagarlo.

Saremo cinici? Egoisti? Individualisti? Ignoranti? Può darsi, ma siamo, innanzitutto, persone che la pensano liberamente e diversamente da altri che non hanno, però, alcun diritto né, tantomeno, obbligo o dovere, di redarguirli additandoli al pubblico ludibrio. Anche con gli ebrei ha funzionato allo stesso modo. E in genere funziona sempre così quando si deve trovare un capro espiatorio contro cui dirigere le insoddisfazioni e gli insuccessi.

Noi non abbiamo dubbi. Prima ci hanno provato con le mascherine e il distanziamento sociale. Senza alcun risultato tangibile o quasi. Adesso ci provano con i vaccini e subito dopo ne approfitteranno per dividere il mondo in buoni, vaccinati e provvisti di passaporto sanitario e cattivi che, al contrario, passaporto non vorranno.

Questo è solo l’inizio di un Nuovo Mondo che condurrà verso la distruzione totale di ogni libertà. Mettetevelo bene in testa. Si comincia così e, poi, non si sa bene dove si finirà. Noi, però, che non ci siamo mai venduti il cervello all’ammasso, lo sappiamo benissimo ed è per questo che non ci stiamo. E se tutto ciò ci impedirà di poter salire su un aereo o recarci a vedere un film o, addirittura, a farci confinare come avrebbero voluto fare l’anno passato in Canada, in appositi campi di confinamento – o di sterminio – bene, combatteremo fino all’ultimo perché si può vivere in tanti modi, ma si muore in un modo solo: con dignità.

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