Scuola, Letta: Erasmus obbligatorio per i ragazzi

Letta Erasmus

“Sono sempre stato dell’idea che l’Europa non nascerà finchè non sarà fatto l’Erasmus obbligatorio per gli studenti, per i teenager. Tre o quattro mesi da fare in un altro Paese europeo”. Lo ha detto Enrico Letta alla Fiera Didacta. Un’esperienza che “aiuta lo studente a capire che è a casa sua anche a Stoccarda o a Coimbra e che quando gli dicono che suoi problemi dipendono dal Paese vicino, gli dicono una stupidaggine”.

“A Fiera #Didacta, discutendo con gli insegnanti, lancio la proposta a Bruxelles di un #miniErasmus per tutti gli studenti delle scuole secondarie, pagato con risorse europee di #NextGenerationEU. Sarebbe fantastica per tutti un’esperienza anche breve di studio in un altro paese”. Lo scrive Enrico Letta su twitter.

“A chi critica la mia proposta al voto ai 16 vorrei ricordare che in Italia un 24enne non vota al Senato. Già chiudere la partita di dare il voto ai 18 al Senato sarebbe fondamentale”. Lo dice Enrico Letta alla Fiera Didacta. Ma resta “fondamentale” per il segretario Pd dare il voto ai 16enni, “dare un peso alla voce dei giovani e obbligare anche a i ragazzi a farsi un’idea. Non credo che le sorti del Paese andrebbero a ramengo…”. adnkronos

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One thought on “Scuola, Letta: Erasmus obbligatorio per i ragazzi

  1. Mi sembra una follia. Spero che sia uno scherzo. L’Erasmus è poco utile in molti casi anche durante l’università. Diversi studenti perdono un anno e non hanno nessun vantaggio lavorativo. Figuriamoci farlo diventare obbligatorio. Vorrei fare delle osservazioni su quello universitario, che esiste da tempo:

    1)In un paese nel quale non conosce in modo approfondito la lingua locale, non può certamente seguire lezioni universitarie, oppure le segue ma capisce poco. Soprattutto se non frequenta la facoltà di Lingue per la quale penso che sia più utile.
    2)I programmi non sono sempre compatibili. Quando torna in Italia deve rifare molte cose che i suoi colleghi hanno già fatto. Non tutto viene sempre convalidato.In un mercato competitivo gli altri gli passano davanti.
    3)Molti istituti non conoscono o sanno usare EGRACONS(sistema europeo per convertire i voti) o altri sistemi… Ergo: lo studente anche se prende un voto alto all’estero, in una materia che ha un peso sul voto finale, rischia di vederselo convertito con “idoneo” perdendo la possibilità avere una media dei voti più alta. Questo può incidere sul voto di laurea.
    4)Ricordo un professore che diceva: dormono in classe. è vero. Poveretti. Non capivano niente. Alla fine della lezione chiedevano ai colleghi: cosa ha detto? Ridendo. Come vi trovereste se vi chiedessero di seguire una lezione universitaria con un professore che parla velocemente, in Germania, senza conoscere il tedesco? Visto che moltissimi corsi non sono in inglese, non capireste molto. Non riuscireste neanche a comunicare, in certi casi.
    Moltissimi, iniziano un corso A1 di tedesco sul posto, che gli serve a stento per saper dire “ciao” “come ti chiami” o cose del genere.. Non certamente per comunicare.
    5)Nei settori del lavoro che conosco io, hanno molta più importanza:
    1a)Anni continuativi di esperienza lavorativa dimostrabili. 1b) Laurea e eventuali masterclass.
    Infatti, ha più senso, se uno vuole fare una esperienza all’estero, farla quando ne ha le capacità linguistiche per farlo, fare un Master. Oppure addirittura fare la domanda di ammissione in un corso all’estero. Se viene ammesse, vuol dire che ha le basi per potersi inserire meglio nel tessuto sociale di una nazione straniera.
    6)Ultimo punto. Se uno lo “vuole” fare, deve avere il diritto di farlo. Ma “obbligare” una persona ad andare all’estero, a mio modesto parere, calpesta i diritti di un cittadino che magari vuole rimanere nella sua patria. A forza di obblighi, mi sembra che si stia perdendo il senso della misura.. che si stia andando oltre..

    P.s:è solo il mio modestissimo parere.

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