Droga: sodalizio tra Sacra Corona Unita e organizzazione criminale albanese

sodalizio tra Sacra Corona Unita e organizzazione criminale albanese

GENOVA, 09 MAR – Per trasportare dall’Albania la droga, soprattutto marijuana, usavano motoscafi da altura “transoceanici”, con motori da 500 cavalli, guidati da scafati contrabbandieri della Sacra Corona Unita pugliese. Poi i carichi venivano stoccati in Puglia e Molise per essere caricati su furgoni e portati a Roma da dove ripartivano per il Nord Italia, la Francia e la Germania. L’organizzazione è stata smantellata dai carabinieri di Santa Margherita Ligure e dai militari del nucleo investigativo genovese.

Sono una cinquantina le persone coinvolte: 32 gli indagati, 29 le misure cautelari con 12 persone in carcere e 9 agli obblighi di dimora. Degli 8 che mancano ancora all’appello, due sono stati arrestati in Spagna. L’operazione “Ottobre Rosso” è partita nel 2016 quando a Rapallo venne fermato un furgone con 38 chili di marijuana e alcuni foglietti con richieste legate al traffico di droga da esaudire. Da quel momento, grazie ai successivi sviluppi investigativi, si è potuta identificare una ramificata organizzazione di origine albanese.

Sacra Corona Unita e organizzazione criminale albanese

In manette sono finiti i principali referenti dell’organizzazione: Armand Canaj (alias di Armand Fisti), Bernard Petoshati e Bekim Fisti, residenti nel Tigullio, a Rapallo, insieme alle famiglie. Dopo quel sequestro, però, gli albanesi hanno lasciato la Liguria per trasferirsi a Roma. Dalle indagini è emerso che il corrispettivo alla Sacra Corona Unita consisteva in parte della droga prodotta dal sodalizio criminale albanese.

Alla mafia italiana spettava l’individuazione dei punti di sbarco e la fornitura di magazzini, utilizzati come depositi temporanei dove stoccare la droga: marijuana, soprattutto, potenziata da droga liquida che ne amplificava gli effetti, tanto da renderla paragonabile alla cocaina. Lo stupefacente veniva poi smerciato impiegando furgoni, autocarri adibiti al trasporto della frutta. La droga poi veniva portata a Roma, ‘hub di stoccaggio’ per rifornire la piazza capitolina, ma anche Bologna, Firenze, Genova e l’estero, principalmente Germania e Francia. (ANSA).

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