Cina, corruzione e bigamia: giustiziato il magnate Lai Xiaomin

In Cina è stato giustiziato Lai Xiaomin, ex presidente di China Huarong Asset Management. L’uomo era stato condannato a morte all’inizio di gennaio per “corruzione e bigamia” avendo “vissuto a lungo con altre donne”, al di fuori del suo matrimonio, dal quale ha avuto “figli illegittimi”.
La condanna

Il tycoon, ex capo del Dipartimento di supervisione bancaria della Banca centrale cinese, era stato giudicato colpevole di aver ricevuto 1,79 miliardi di yuan (circa 277 milioni di dollari) in tangenti in dieci anni, nel periodo compreso tra il 2008 e il 2018. Tutti i suoi beni personali erano stati confiscati. “Lai Xiaomin è un fuorilegge estremamente avido. Gli importi erano “estremamente elevati, le circostanze particolarmente gravi e con intenti estremamente dannosi”, ha detto un tribunale di Tianjin nel pronunciare la sentenza.

L’arresto nel 2018 – Il miliardario era stato arrestato nel 2018 nell’ambito della campagna anti-corruzione lanciata dal governo. Gli inquirenti avevano accertato come tra le sue proprietà vi fossero diverse automobili di alta gamma, orologi di lusso, collezioni di arte e preziosi vari e lo hanno definito “il più corrotto tra i corrotti”.

Ad aggravare la situazione dell’ex banchiere c’era anche la condanna per bigamia motivata con il fatto che avesse “vissuto a lungo con altre donne”, al di fuori del suo matrimonio, dalle quali ha avuto “figli illegittimi”.

La confessione – Nel gennaio del 2020, il tycoon ha reso una confessione pubblica trasmessa dal canale CCTV. Le immagini di un appartamento di Pechino, che si ritiene appartenesse a Lai, con casseforti e armadietti pieni di mazzette di denaro, sono state diffuse pubblicamente. Lai Xiaomin ha assicurato di non aver “speso un solo centesimo”.

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