Crisi di governo, ipotesi: torna Severino al posto di Bonafede

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La crisi di governo si ingarbuglia sempre di più. I partiti della ex maggioranza adesso hanno poco tempo per trovare un’intesa reale che possa convincere il presidente della Repubblica Mattarella a far partire un nuovo esecutivo. Oltre al programma si discute sui nomi. La prima casella è quella del premier, il Conte ter resta l’ipotesi più probabile, ma sarà molto depotenziato rispetto al bis. Questa l’idea di Renzi, ma anche del Pd, mentre il M5s è compatto e non accetta altre ipotesi se non quella dell’avvocato.

Crisi di governo – Per quanto riguarda i ministri – si legge sul Corriere della Sera – sono due le caselle più critiche: l’Economia e la Giustizia. La poltrona decisiva è proprio quella del Mef. Roberto Gualtieri è considerato da una parte del Pd (e da Italia viva) troppo contiano. Il Quirinale vorrebbe assicurare continuità in alcuni settori chiave. Candidati politici all’altezza non se ne vedono, mentre sui tecnici (Draghi a parte), circolano l’ipotesi di Fabio Panetta, ex direttore generale della Banca d’Italia, oggi nel Comitato esecutivo della Bce (un nome che potrebbe mettere d’accordo tutti) e quello di Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Crisi di governo – più che un Conte ter sembra un Monti bis

Gli altri due ministeri sotto il tiro dei renziani – prosegue il Corriere – sono l’Istruzione, della «contiana» Lucia Azzolina, e quello della Giustizia. L’annunciata relazione del ministro Alfonso Bonafede (poi non votata per le dimissioni di Conte) è stata la scintilla della crisi. Il Guardasigilli, e il suo giustizialismo estremo, non sono graditi al Pd e a parte del Movimento. Bonafede potrebbe essere dirottato e diventare capogruppo M5S: tra i sostituti possibili ci sono Sabino Cassese, il procuratore di Milano Francesco Greco (che però è titolare di un’inchiesta sulla Lega), l’ex presidente della Consulta Marta Cartabia e Andrea Orlando. Ma il nome più forte pare essere quello di Paola Severino, che fu già Guardasigilli nel governo Monti. Se Alessandro Di Battista recedesse dall’intransigenza anti-renziana, potrebbe avere l’Innovazione o l’Ambiente. Infine, gli Europeisti: avrebbero diritto a un ministero. Il più accreditato è Bruno Tabacci, alla Famiglia. (affaritaliani)

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