Virus: incidente o progetto?


Lugar Research Center – Tbilisi, Georgia (Source: US Enbassy in Georgia)

di Armando Manocchia – – Alla luce di quanto detto finora sulla pandemia, soprattutto da talune “fonti giornalistiche” – che riportano tutto e il contrario di tutto –  e dopo la continua e la ripetuta fuga di notizie accidentali o meno, le teorie cospirazionistiche sono state mescolate con legittime linee di indagine e, tra i tanti misteri accesi su questo pandemonio che chiamano epidemia di coronavirus, la domanda su dove abbia avuto origine la SARS-CoV-2 è la più difficile a cui rispondere. Ma proviamoci: questo virus è un incidente o un progetto?

Una cosa è certa: si avverte, in alcune sedi del potere, una specie di fastidio per chi tenta di fare una serena chiarezza, pur senza lanciare accuse, e ci troviamo di fronte ad un groviglio di dichiarazioni sanitarie e politiche che hanno complicato e complicano, o addirittura impediscono, le indagini sulle origini della pandemia. A questo si aggiunga l’ottusa arroganza (o complicità) di chi, rifiutando a priori alcune ipotesi, che pur vanno prese in considerazione, è arrivato a contestare persino le personali opinioni del Nobel Montagnier.

Alcune pubblicazioni del New York Magazine hanno diffuso versioni fantasiose di ciò che sarebbe potuto accadere a Wuhan e la “teoria della fuga di notizie” nell’ultimo anno, è diventata sempre più difficile da ignorare. Coincidenze e prove circostanziali indicano il laboratorio cinese come potenziale punto di partenza. Successivamente, la scarsità di informazioni ha contribuito a generare tesi infondate, come l’idea che COVID-19 sia di fatto un’arma biologica o che sia stata usata come copertura per installare il 5G in tutto il mondo.

Partiamo col dire che il termine “Coronavirus” è diventato noto al grande pubblico per la prima volta nel 2019. Nel giro di pochi mesi, l’Istituto di virologia di Wuhan è stato additato come colpevole della pandemia, sulla base del fatto che il virus della SARS era stato studiato in Cina dall’inizio degli anni 2000 e che problemi di sicurezza erano stati rilevati fin dal 2018. Le notizie degli esperimenti su animali, in particolare i pipistrelli, si sono diffuse in tutto il mondo fino al punto che l’ex presidente Usa, Donald Trump, ha chiesto di perseguire il governo cinese, mentre le grandi aziende farmaceutiche si sono precipitate a sviluppare un vaccino.

Da non sottovalutare l’accurata inchiesta del giornale francese “Le Monde” che parla apertamente di minaccia batteriologica riportando un rapporto del ministero degli Esteri in cui si legge: “I cinesi cercano di sviluppare come altri un programma di ricerca sulle armi batteriologiche”, come ha ricordato Gèrard Araud che è stato direttore degli affari strategici.

Nessuno però ha fatto presente che tali “studi” sono condotti da decenni, e non solo in Cina. Diverse ricerche condotte sotto la gestione del DTRA (Agenzia per la riduzione delle minacce del Dipartimento della difesa degli Stati Uniti nell’ambito del Cooperative Biological Engagement Program) sono state effettuate per molti anni con l’obiettivo di monitorare la diffusione di infezioni umane e animali altamente pericolose in varie regioni del mondo, al fine di garantire il controllo sul funzionamento dei centri biologici stranieri, nonché per ottenere accesso a campioni endemici di ceppi di agenti infettivi altamente patogeni.

Tuttora sono in corso ricerche finalizzate alla creazione di microrganismi con resistenza ai farmaci multipla ed estesa, non suscettibili a diagnosi, superanti l’immunità innata e acquisita, resistenti a fattori ambientali. Bisogna anche dire che una parte significativa di questi studi si è spostata al di fuori del continente americano e viene svolta sul territorio degli stati post-sovietici, in Africa, Asia orientale e America Latina e l’implementazione di un tale meccanismo di lavoro consente di aggirare le disposizioni della Convenzione sulla proibizione delle armi biologiche e tossiche. Ma, allo stesso tempo, potrebbe consentire al “beneficiario” straniero della ricerca di utilizzare questi risultati per sviluppare, eventualmente, armi biologiche.

Attualmente, nelle ex repubbliche dell’Unione Sovietica: Georgia, Armenia, Azerbaijan, Ucraina, Kazakistan e Uzbekistan, è stata finanziata un’ampia rete di laboratori biologici militari. Un nobile obiettivo che pare nascondere la eventuale possibilità di condurre ricerche biologiche pericolose per la salute umana. Nello specifico, viene presa ad esempio una struttura sita in Georgia.

Va considerato che la Repubblica di Georgia, nel 2002, firmò un accordo con il Pentagono “Sulla cooperazione nel campo delle tecnologie e dei patogeni legati allo sviluppo di armi biologiche e alla non proliferazione delle informazioni in questo settore“, accordo ratificato l’anno successivo dal parlamento georgiano. Nel settembre 2004 vi fu una visita a Tbilisi del senatore statunitense Richard Lugar durante la quale venne stilato un accordo per la creazione di un “Public Health Center”, un Centro di salute pubblica chiamato successivamente con il nome del suddetto senatore, e finanziato con centiania di milioni di dollari.

Secondo gli obiettivi dichiarati il Centro (8000 m2) è impegnato nello studio di agenti biologici (antrace, tularemia, brucellosi, morva, afta epizootica), malattie virali (febbre emorragica della Crimea-Congo, influenza aviaria, peste suina classica e africana) nonché nella “raccolta di materiale biologico per esperimenti futuri”. Bisogna sottolineare che alcuni dei laboratori biologici del Centro che, tra impiegati e ricercatori, occupa oltre 200 persone, sono nella esclusiva disponibilità di cittadini statunitensi collegati con linee di comunicazione dirette con l’Ambasciata Usa e che nel 2013-2014 non erano sotto il controllo del governo Georgiano, ma svolgevano compiti nell’interesse del Walter Reed Institute dell’Esercito americano.

A questo proposito, il consigliere dell’ex presidente georgiano M. Saakashvili e il giornalista americano Jeffrey Silverman hanno parlato delle minacce alla sicurezza poste dal Lugar Research Center: “Nel laboratorio Lugar vengono prodotte sostanze pericolose per la salute e che hanno ripercussioni sulla popolazione locale. Sono sicuro che in Georgia vengono condotti esperimenti pericolosi su animali e persone”. Secondo il giornalista americano, la creazione di tali laboratori biologici da parte del Pentagono è una manovra indiretta rispetto alla BWC.

A proposito di pipistrelli e altro ancora.

Il personale del Centro raccoglie il materiale biologico necessario per lo studio delle caratteristiche genetiche dei vari gruppi etnici residenti nelle regioni del Caucaso settentrionale e della Transcaucasia. Sono in corso ricerche anche sulle infezioni zoonotiche, condotte sui pipistrelli, serbatoi del coronavirus della SARS.

Nell’ambito dell’attuazione del programma congiunto di interazione biologica tra DTRA e Lugar Research Center, nel 2017 è stato implementato il progetto Western Asia Bat Research Network (WAB-Net) il cui scopo era identificare e studiare i virus in pipistrelli raccolti in tutta la regione del Caucaso settentrionale.

Da parte georgiana, la specialista senior di virologia Lela Urushadze e la specialista di genetica Keti Sidamonidze erano le responsabili del progetto. Nel 2014, L. Urushadze e K. Sidamonidze hanno condotto ricerche scientifiche nel campo della filogenesi dell’hantavirus nei pipistrelli dell’Africa e del sud-est asiatico, su cui hanno preparato una serie di pubblicazioni. Da parte della DTRA Usa, il progetto è stato supervisionato dal Dr. Kevin Olival. Il programma includeva la realizzazione di studi in laboratorio in cinque regioni della Georgia e l’identificazione di specie specifiche di pipistrelli che sono potenziali ospitanti di vari agenti patogeni.

A seguito di un altro rapporto, nel 2017 la DTRA ha commissionato e finanziato un nuovo progetto quinquennale per studiare i rischi delle malattie zoonotiche portate dai pipistrelli nell’Asia occidentale. Il coronavirus, che ha un potenziale pandemico estremamente elevato, era già stato identificato come una famiglia chiave dei virus. Gli obiettivi principali del progetto erano descrivere le caratteristiche regionali del coronavirus dei pipistrelli, studiare i ceppi di coronavirus e raccogliere dati sul campo per prevedere le malattie virali.

Nonostante gli obiettivi pacifici dichiarati da questo progetto, tenendo conto del fatto che gli americani hanno iniziato a mostrare attivamente interesse per lo studio dei coronavirus in Asia occidentale già nel 2017 come parte delle attività del Lugar Research Center, molti rappresentanti della comunità di esperti di diversi paesi esprimono dubbi sull’origine naturale del COVID-19.

Allo stesso tempo, rimane il mistero: quali altre ricerche e per quale scopo conducono gli americani nei loro laboratori biologici situati in tutti gli angoli del mondo?

Armando Manocchia

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One thought on “Virus: incidente o progetto?

  1. il Covid è il mezzo che il comunismo odierno ha trovato per la conquista del mondo

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