Avv. Priolo: lettera a Ursula von der Leyen sui diritti umani

La missiva dell’avvocato Carlo Priolo alla Presidente della Commissione europea (politica tedesca, membro della CDU):

Non posso che ringraziarLa per il Suo alacre impegno nel decidere come impiegare il debito di 750 miliardi di euro contratto dai cittadini europei, l’ammontare del Fondo per la Ripresa (Recovery Fund), così come proposto mercoledì 27 maggio 2020 dalla Commissione europea dopo lunghe settimane di discussioni. L’esecutivo comunitario ha proposto altresì che il nuovo strumento, che è oggetto di negoziato tra i Ventisette, distribuisca 500 miliardi sotto forma di sovvenzioni e altri 250 miliardi sotto forma di prestiti. Viene considerato uno storico passo nell’integrazione europea.

«Non si tratta di una retorica connotazione laudativa o di un modo becero di incensarLa né di magnificare la sua azione governativa che non mi permetto di giudicare.

Dopo aver trascorso 81 anni tra studio, lavoro, aver frequentato lungamente le università, redazioni giornalistiche, partecipato a manifestazioni per i diritti calpestati in terre lontane (Vietnam), per essere stato un osservatore nel recinto politico dove si decidono i destini dei cittadini, credo di aver capito qualcosa delle infami regole dello scontro tra partiti per la conquista del potere. Non ho il piacere di conoscerLa, ma appare che Lei sia esente da questa indegna pratica. Come mi sembra che in più occasioni con veemenza abbia sostenuto che gli appelli alla responsabilità sovente provengano da coloro che li disattendono con sistematica superficialità. La conferma viene da alcune Istituzioni presenti in vari Paesi che operano con principi lontani e diversi da quelli iscritti nelle Carte europee.

Tuttavia, mi permetto di registrare che la donna più amata d’Europa, URSULA VON DER LEYEN presidente della Commissione europea, protagonista della costruzione del meccanismo per la ripresa (Next Generation EU), abbia lodevolmente vincolato il RECOVERY FUND a precise indicazioni e priorità tra queste i diritti umani. La stampa mondiale ha esaltato la presidente dell’esecutivo comunitario che torna a promettere “una strategia” per i diritti della COMUNITÀ LGTB, e una stretta contro ogni forma di razzismo e discriminazione. “Dobbiamo ampliare la lista dei crimini per discorsi di incitamento all’odio su razza e orientamento sessuale. L’odio è odio”. “Sii chi sei, ama chi vuoi, senza recriminazioni”. Un messaggio indirizzato soprattutto alla Polonia, a cui ha qualcosa di molto preciso da dire. “Le zone libere da LGBT sono zone libere dall’umanità. E non hanno posto nella nostra Unione”.

Non posso che condividere, sarebbe sufficiente valutare che la Sua frase “Sii chi sei, ama chi vuoi, senza recriminazioni” il sottoscritto l’ha pronunciata in una formulazione più articolata e scientifica nel 1956, quando Lei non era nata e da quella data ha iniziato la lunga e complessa marcia verso la libertà perduta. L’uomo nasce libero ed ovunque è in catene.

E’ con sommo rammarico che riscontro l’assenza dei diritti dei figli e dei genitori biologici, della famiglia biologica, dei bambini nel modo abbondonati ed affidati a stranieri dove i minori conoscono l’inferno della lontananza dalla mamma, che vengono separati dalla famiglia, dai genitori che hanno dato loro i natali.

Qui in Italia giganteggiano Madri Coraggio, icone nazionali, che non vivono con i figli da anni a volte decenni, accusate di “simbiosi” – ECCESSO DI AFFETTO – di alienazione parentale, di conflitti di lealtà, di rapporto parassitante, di dimensione ostacolante ed altre idiozie criminali del genere inventate da alcuni rifiuti umani che hanno assunto posizioni preminenti nella gerarchia della corruzione di Stato. Noi che siamo pochi lottiamo per salvare i figli d’Italia e i loro genitori e liberarli dall’abisso infoibati dal vandalismo di stato e dal traffico di figli venduti al mercato degli affidi illeciti, sezionati nelle macellerie delle case famiglia e dell’accoglienza, venduti al mercato della tratta degli organi di minori, destinati come carne da macello per i nati nelle società opulente, per i figli che vivono nelle regie dorate dei ricchi mercanti e degli uomini e donne di potere. Soggetti con dispensa di bolla Papale, compagni di merende che investono sul traffico di vite umane -figli d’Italia e genitori d’Italia- bambini nel mondo-, sulle lacrime di minori (un giorno il piccolo che difendo ha detto alla madre “ho finito le lacrime”), trucidati nei lager di Stato, case famiglia di diversa denominazione, società anonime con soci occulti, ma palesi per incassare il bottino, apparendo come i filantropi del futuro, impegnati nel volontariato per debellare gli abusi nei confronti dei minori senza se e senza ma, con la Costituzione in mano all’entrata del Palazzo di Giustizia, dove si decapitano gli innocenti e si proteggono i delinquenti, iscritti nei registri delle partite IVA delle associazioni e cooperative democratiche e libere da condizionamenti.

Non si tratta di vero o falso è una invarianza, per dirla con Claude Lévi-Strauss, una costante della storia umana, che si ripete ciclicamente, un dato antropologico».

Carlo Priolo

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