“Dopo aver fatto la nota, un mese dopo, ho chiesto al Csm di risentirmi, volevo reintrodurlo nel gruppo ma volevo la certezza che da quel momento in poi non vi sarebbero state delle fughe in avanti”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho intervenendo telefonicamente a ‘Non è l’Arena’ in merito alle dichiarazioni del magistrato Nino Di Matteo e alla sua estromissione dal pool sulle stragi.
E sulla reazione di Palamara, De Raho chiarisce: “Nessuno si è mai permesso di parlare con me di fatti di ufficio, io non ho mai avuto nessuno che mi parlasse per orientarmi o per indicarmi delle strade, ho sempre adottato ogni decisione autonomamente, quando mi sono rivolto alla commissione ho chiesto che Di Matteo fosse reintegrato nel gruppo con il vincolo delle direttive, io ho atteso mesi, non ho coperto il terzo posto fino a che Di Matteo non è stato eletto ed è stato posto fuori ruolo. Per me Di Matteo è un magistrato di grandissimo valore ma non si può violare la riservatezza”. (adnkronos)
Csm, Taormina: nomine Ermini (Pd) e De Raho decise da Palamara