Silvia Romano? Regaliamole anche il… biglietto di ritorno

di Aldo Grandi

La prima cosa che ci è balzata agli occhi e alla testa tutt’altro che devastata dal clima di terrore inculcato in questi mesi dai teorici del lockdown spinto all’estremo – questa razza di bastardi senza gloria – è stata che, a nostro modesto avviso e, se non altro, per una forma di rispetto verso la cultura, la religione e il paese da cui proveniva, dove era nata e, in fondo, che aveva, probabilmente, sborsato alcuni milioni di euro per liberarla, Silvia Romano, la cooperante milanese partita un paio di anni fa in cerca di avventura e realizzazione spirituale personale, avrebbe dovuto indossare vestiti occidentali. Punto e basta. Invece, schiaffo senza vergogna, è comparsa alle telecamere italiane e davanti ad un ministro degli Esteri che, se fosse stato tale, se ne sarebbe dovuto andare, con una tipica veste somala che testimoniava inequivocabilmente, la sua fede islamica e, quindi, la conversione avvenuta durante la prigionia in mezzo ai terroristi dell’organizzazione affiliata ad Al-Qaeda.

Forse a qualche leccaculo di giornalista o di politicante senza palle dell’Opposizione Inesistente, è sfuggito il fatto che si tratta di terroristi gente, cioè, che uccide e rapisce regolarmente gli imbecilli come noi che si prodigano, da un lato, per aiutare le popolazioni locali oppure che visitano turisticamente l’Africa per via di quel famoso ‘mal’ o nostalgia che prende, soprattutto, chi possiede una personalità facilmente influenzabile e, sostanzialmente, insoddisfatta della propria quotidiana esistenza…

Attenzione al clamore mediatico che questo Governo di ‘assassini’, reduce dall’aver messo in croce milioni di partite Iva con la scusa del Coronavirus impedendo loro di lavorare per vivere – se non sono assassini questi, diteci, allora, cosa significa uccidere qualcuno – attribuisce, con la stampa complice e incapace di andare al di là dell’idiozia imperante ed apparente, a questa liberazione. Guarda caso accade la stessa cosa che avvenne con altre due cooperanti tanti anni fa, anche loro di schietta simpatia musulmana e a una nostra collega per liberare la quale morì uno dei nostri più capaci e meritevoli funzionari, Nicola Calipari.

Fino a quando non abbiamo visto uscire dall’aereo atterrato a Ciampino la ex volontaria, pensavamo che questa avesse vissuto, davvero, le pene dell’inferno, magari sottoposta a chissà quale restrizione della libertà personale. Adesso, secondo quanto emerge dalle prime indiscrezioni, addirittura si apprende che la giovane italiana (?) si sarebbe convertita spontaneamente all’Islam e che avrebbe contratto matrimonio con uno dei suoi carcerieri (e terroristi) senza esservi assolutamente costretta. Se e ripetiamo se – ma ci sembra possibile visto il sorriso a 66 denti con cui la giovane è apparsa, florida e in forma, forse, anche un po’ sovrappeso a meno che non sia l’effetto del nuovo abbigliamento – le due notizie venissero confermate definitivamente, bene, non si capisce bene cosa cazzo siamo andati a prenderla a fare.

Forse era necessario soddisfare il legittimo desiderio dei genitori di volerla rivedere? O, magari, dovevamo dimostrare l’efficienza e l’efficacia dei nostri, ma, soprattutto, altri servizi di intelligence? O si dovevano, in qualche modo, regalare alcuni milioni di euro visto che, a quanto sembra e dato il momento storico tutt’altro che facile, di soldi ne abbiamo così tanti da non sapere cosa farci?

Qualcuno ha ipotizzato il pagamento di un riscatto di quattro milioni di euro, qualcun altro la metà. Comunque sia, si tratta sempre di soldi (pubblici?) che avrebbero fatto particolarmente comodo nelle tasche di milioni di italiani che si sono trovati nella miseria per colpa di un Governo di pezzi di merda che si è divertito a multare alcune centinaia di migliaia di persone tanto per fare cassa e, appunto, versare il denaro o parte di esso ai terroristi che, così, finanzieranno attentati proprio ai nostri danni o a quelli dei nostri alleati.

Cerchiamo di ragionare. Fino ad oggi abbiamo parlato di sequestro e di drammatica situazione nella quale questa povera ragazza avrebbe vissuto per tutto questo tempo. Improvvisamente si apprende che non solo la situazione non era tragica, ma che, la giovane, aveva avuto tutto il tempo per abbracciare la nuova fede che, come sappiamo, è particolarmente liberale e libertaria con l’essere femminile e che aveva anche contratto matrimonio con uno dei suoi carcerieri. A tal proposito anche Ida Magli, mente lucida e straordinariamente intelligente oltreché antropologa, si era più volte domandata, a proposito della tendenza di moltissime giovani donne occidentali a seguire l’Islam e recarsi in altri paesi al seguito di uomini che avevano in mente tutt’altro che la parità di genere, quale fosse il motivo. Sarebbe interessante chiederlo anche a Silvia Romano.

La domanda, a questo punto, appare legittima: quale il senso di andare a riprendere una donna ampiamente maggiorenne la quale, a quanto pare, avrebbe liberamente scelto di convertirsi e di abbracciare un’altra esistenza? L’unica motivazione sarebbe, a nostro avviso, quella che Silvia Romano sia stata vittima di violenze ed abusi tali da farle smarrire la consapevolezza delle proprie scelte. Altrimenti, appare evidente che la donna stava bene dove stava.

C’è poi la questione del riscatto. Per quale ragione lo stato deve pagare un riscatto con milioni di euro di denaro pubblico per sequestri avvenuti in zone a rischio di giovani in cerca di una senso da dare alla propria vita poiché è evidente, in particolare alla sinistra radical chic in cerca di avventure e di emozioni, tutta tesa verso i popoli del settimo mondo, ma abitante ai Parioli e con stipendi lauti ovviamente pubblici, che fare il commerciante o la partita Iva non solo non ha un senso, ma neppure merita la stessa considerazione?

Questo è proprio un paese di merda, dove il buonsenso non esiste e il mondo viaggia alla rovescia, dove una ragazza che nella vita non sembra aver fatto un cazzo o quasi, diventa, improvvisamente, una eroina e non si capisce nemmeno per quale ragione, mentre in questi due mesi di dittatura sanitaria ai limiti dell’omicidio preterintenzionale, milioni di italiani hanno perso tutto anche la voglia di vivere, ma nessuno, tantomeno i mass media del Ministero della Verità – ossia tutti – se li sono inculati.

Che dire? Noi continuiamo a pensare – come abbiamo sempre pensato e detto – che il vero virus che miete vittime senza sosta non è certamente il Covid-19, ma quello derivante dalla idiozia dell’individuo. Purtroppo è vero: se in Italia gli imbecilli volassero, il cielo sarebbe pieno di uccelli.

PS: un invito alle donne e anche agli uomini. Osservate le due immagini che pubblichiamo, si tratta di Silvia Romano prima e Silvia Romana adesso. Dire che le differenze sono evidenti è un eufemismo. Per il nostro modo di vedere le cose, se c’è una cosa che appare mortificata è proprio la femminilità della donna.

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