di Alberto Negri – – Le prove non ci sono ma il sospetto rimane. E soprattutto câè una donna, unâesperta scienziata cinese, che potrebbe fare chiarezza su quanto è realmente accaduto nel laboratorio di Wuhan. Si chiama Shi Zhengli, 55 anni, e a lei si devono le maggiori ricerche sui virus portati dai pipistrelli. Forse la Signora dei Pipistrelli o BatWoman, come viene chiamata, potrebbe sciogliere tanti dubbi: i francesi la conoscono perfettamente perchĂŠ è stata addestrata a Lione nel laboratorio ad alta sicurezza Jean-Merieux e per la sua tesi di laurea ha passato qualche anno a Montepellier.
Il laboratorio P4 di Wuhan – – Per la Francia il laboratorio di Wuhan è una ferita sanguinosa allâorgoglio nazionale che riguarda tutti noi. Le Monde dedica due pagine di reportage con notizie e interviste sul famoso laboratorio P4 di Wuhan totalmente costruito dai francesi, con ricercatori cinesi addestrati a Lione ma dove mai i ricercatori francesi hanno potuto mettere piede nonostante un accordo che prevedesse la loro presenza. Lâunico che è entrato e ne sa qualche cosa, infettivologo RenĂŠ Courcol, tiene la bocca chiusa. Non solo: i cinesi sul virus non hanno passato nessuna informazione ai francesi. Secondo il ministero della Difesa, la Francia allâepoca avrebbe consegnato a Pechino una sorta di âbomba batteriologicaâ. Non ci sono ancora prove che il coronavirus sia uscito da lĂŹ ma il sospetto, anche in Cina, rimane. Una cosa è certa: lâopacitĂ cinese è totale e ci sono seri dubbi che la cooperazione con Pechino possa continuare.
La ricerca sulle armi batteriologiche – – Il laboratorio di Wuhan P4 nasce nel 2004 da unâiniziativa voluta dal presidente francese Jacques Chirac e da quello cinese Hu Jintao con lâobiettivo ufficiale di consolidare unâalleanza contro possibili epidemie come la Sars. Ma in Francia non tutti erano dâaccordo. In un rapporto del ministero degli Esteri si legge: âI cinesi cercano di sviluppare come altri un programma di ricerca sulle armi batteriologicheâ, ricorda oggi Gèrard Araud che allâepoca era direttore degli affari strategici. Ma il ministro degli Esteri Dominic Villepin insisteva: nel 2003 la Francia si era opposta allâintervento americano e occidentale in Iraq contro Saddam Hussein e Parigi cercava nuove sponde diplomatiche a Mosca e Pechino.
Lâaddestramento dei ricercatori cinesi – Fu cosĂŹ che la Francia cominciò a costruire il laboratorio e a finanziare anche lâaddestramento dei ricercatori cinesi che dovevano prendere confidenza con le procedure di un laboratorio di tipo P4: questi laboratori sono quelli che trattano i virus al piĂš alto tasso di contagio e di mortalitĂ . Non è un caso che quello di Wuhan ci abbia messo tanto tempo a essere completato e inaugurato: la cerimonia ufficiale, cui partecipa il primo ministro Bernard Cazeneuve, si svolge con grande pompa il 23 febbraio del 2017. Ma giĂ nel maggio del 2018, secondo un articolo del Washington Post del 14 aprile scorso, i servizi americani vengono avvertiti, con ogni probabilitĂ dagli stessi francesi, che âil laboratorio di Wuhan presentava falle tecniche e nelle procedure di sicurezzaâ.
Lo schiaffo di Pechino alla Francia – – In realtĂ i francesi dopo gli iniziali entusiasmi avevano ricevuto da Pechino un sonoro schiaffone. Alla fine del 2017 arriva un rapporto a Yves Le Drian – prima ministro della Difesa e poi degli Esteri con Macron – assai poco incoraggiante: nessun ricercatore francese dei 50 previsti aveva potuto mettere piede nel nuovo laboratorio P4. Lâunico che a entrare è stato lâinfettivologo RenĂŠ Courcol ma non si sa dove sia stato portato e a quali locali e impianti abbia avuto realmente accesso. Di tutti gli intervistati da Le Monde è quello che non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Bocca cucita.
Il fallimento della cooperazione – E pensare che lâambasciatore di Francia a Pechino nel 2016 aveva appuntato la Legione dâOnore sul petto del direttore del laboratorio di Wuhan Yuan Zhiming e della cacciatrice di virus e pipistrelli, la Batwoman Shi Zhengli. Ecco come sono andate le cose nelle nebbie lacustri di Wuhan: nĂŠ le autoritĂ cinesi nĂŠ i due scienziati premiati con la Legione dâOnore hanno passato a Parigi la minima informazione utile a combattere la pandemia che sta affondando il mondo intero. Come cooperazione un fallimento totale.
Il saggio sul Covid-19 – – In marzo la scrittrice cinese Yan Geling da Berlino ha pubblicato un saggio letterario sul Covid-19. Per descrivere lâatteggiamento delle autoritĂ cinesi nei confronti di questa epidemia prende in prestito tre parole da unâantica lirica della poetessa Tang Wan (1130-1156), ânascondere, nascondere, nascondereâ (man, man, man). Lo ripete tre volte: come avviso forse può bastare.

