Ilva, Emiliano (Pd): “o chiusura o decarbonizzazione”

Era tutto già scritto, un errore disastroso: imbastire una gara e poi dare l’Ilva a chi non aveva interesse a rilanciarla”. Lo afferma Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia in un’intervista la quotidiano ‘Il Fatto Quotidiano’ sottolineando come “l’operazione di vendita a Mittal ha sempre nascosto la volontà di consentire al più grande monopolista europeo di acquisire quote e clienti del l’Ilva e poi, con la scusa dell’immunità, di sfilarsi. Ora il cerchio si chiude. Andava ceduta a un soggetto meno coinvolto nell’acciaio europeo, più motivato a innovare gli impianti dal punto di vista tecnologico“.

“Quella dell’immunità è una scusa patetica. – prosegue Emiliano – Tutti sanno che se si adempie alle prescrizioni del piano ambientale si applica una legge e nessuno può essere punito per questo, stesso discorso per le condotte del passato. Lo scudo era incostituzionale, la Consulta l’avrebbe cassato. In tutta Europa solo Ilva ha una norma del genere: come poteva reggere davanti alla corte di Giustizia Ue?”.

L’Ilva “se non fosse mai esistita sarebbe stato un bene per la Puglia e per Taranto: ha causato centinaia di morti sul lavoro e migliaia per le malattie legate all’inquinamento. Ma oggi esiste e quello che non si può fare è farla implodere. – prosegue Emiliano – Se il governo decide di chiuderla, deve fare un piano per gestire la riconversione degli impianti. Se decide, per ragioni strategiche, di tenerla aperta, non può che puntare a produrre senza bruciare carbone. Era il piano della cordata rivale guidata da Jindal. In un incontro con Mittal, l’unico a cui mi hanno ammesso, chiesi all’ad se era possibile produrre acciaio bruciando gas, mi disse di sì, a patto di avere lo stesso prezzo del gas che si ha negli Usa”.

“L’acciaieria è fondamentale per il sistema industriale italiano. E, di fatto, è già dello Stato, che affitta gli impianti. Se il governo, di fronte al ricatto di Mittal, decidesse di riprendersi la gestione diretta non sarei contrario, ma non è un’impresa semplice. Va però presa una decisione: o chiusura razionale o decarbonizzazione”, conclude Emiliano.

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