Milano: vogliono processare mille saluti romani a Sergio Ramelli

A Milano si sono messi in testa di fare un maxiprocesso a mille braccia tese nel saluto romano. Non è una fake news. A quanto pare la magistratura del capoluogo lombardo non vuole mollare l’osso. La commemorazione di Sergio Ramelli deve avere per forza conseguenze giudiziarie, non bastavano questore e prefetto.
Sembra incredibile ma pare tutto vero. La campagna contro il cosiddetto “pericolo nero” raggiunge l’apice per questo 29 aprile appena trascorso. Mille militanti di destra che hanno voluto onorare un ragazzo assassinato a sprangate saranno tutti identificati con le telecamere, denunciati e magari processati. E’ un peccato non essere riusciti a prendere per tempo il treno per Milano: sarebbe stato bello poter dire c’eravamo anche noi, indagateci.

Con i soldi dei cittadini…  – – A quanto pare i magistrati Alberto Nobili e Piero Basilone hanno deciso di usare il pugno duro. Non quello chiuso, per carità, sennò qualcuno potrebbe accollarci una specie di vilipendio… Anziché restare ammirati per il rispetto che 44 anni dopo si porta ad un Caduto degli anni di piombo da parte di una comunità, si impegnano soldi dei cittadini per aprire un fascicolo giudiziario per la gioia di Repubblica. I “reati” sarebbero quelli di manifestazione fascista e manifestazione non autorizzata. Già, perché a Milano è vietato sfilare in corteo per commemorare un militante del Msi ucciso da una banda di vigliacchi, mentre lo è consentito a chi esalta gli eroi che lo ammazzarono.
E si prevedono molti indagati proprio per quella cerimonia del ‘presente’ con saluto romano davanti alla lapide per Ramelli. Apprendere questa notizia mentre dall’altra parte d’Italia si leggeva delle orribili gesta della banda di Manduria contro un anziano disabile fa un certo effetto. Basterebbe chiedere ai cittadini normali che cosa temono di più in questi tempi di violenza sadica.

Non fermeranno il ricordo dei Caduti – – Anche perché ormai non si contano più le assoluzioni per il “reato” di saluto romano. Persino a Milano, dove chi giudica ha mandato  assolti, sempre ieri, quattro esponenti di Lealtà ed Azione, pizzicati con il terribile braccio teso al campo 10 del cimitero Maggiore. Era l’omaggio ai Caduti della Rsi, ed era 25 aprile del 2016. La sinistra ulula, ma come ha stabilito la Corte, “il fatto non sussiste“. Il pm era sempre Basilone, limitatosi – bontà sua – a sollecitare tre mesi di reclusione.
Ma che senso hanno queste iniziative giudiziarie? Certa magistratura si illude di poter fermare così chi non rinuncia al ricordo del martirio di intere generazioni? Emerge clamoroso il senso dell’ingiustizia di Stato, o di regime se si preferisce. E quel che stupisce è l’atteggiamento di chi sta al governo. Ma dov’è il cambiamento se si continua lungo la vecchia strada della persecuzione di chi sta a destra? Il ministro Bonafede è in grado di dire agli italiani quanto costano in indagini e processi a vuoto questo tipo di inchieste che si stanno casualmente intensificando?
Quei quattrini spendeteli meglio, per garantire certezza della pena per i delinquenti che minacciano la gente perbene e non per tentare di impaurire chi si raduna nel nome di chi non c’è più. La sfiducia nel sistema giustizia cresce anche per questi atteggiamenti incomprensibili.

Francesco Storace

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