Repubblica celebra Libreria Coop Eataly, solito trattamento di favore al business rosso

di Antonio Amorosi
I giornalisti sanno portare il buon umore. Il mio, che mi allieto a leggere articoli come questo de La Repubblica di oggi, pagina locale bolognese: “I dieci anni della libreria & cucina che cambiarono il centro”. Celebra la grande libreria-food in via Degli Orefici, di Coop Adriatica e Eataly di Oscar Farinetti, per i festeggiamenti dei 10 anni di business. Quello spazio che, pena la violazione di una legge, non poteva essere destinato all’apertura di un’attività alimentare.

Ma se gli alimenti sono di Eataly non sono veri alimenti, sono cultura. Peccato che questo concetto nell’articolo non ci sia. Ma nessuno è perfetto.

Di recente il direttore Mario Calabresi a Di Martedì, da Giovanni Floris, dice: “Caro Di Maio, non abbiamo paura: continueremo a raccontare la verità”. Sotto ogni articolo del giornale è leggibile il suo appello a sottoscriverlo e comprarlo: “Se vi interessa continuare ad ascoltare un’altra campana, magari imperfetta e certi giorni irritante”. 

Beh, non siete così irritanti, a volte fate anche ridere. Siete troppo severi con voi stessi. Leggetivi meglio, leggetevi dentro perchè avete il dono della poesia che mette il buon umore.

L’articolo sulla libreria, a firma Emanuela Giampaoli, inizia così: “Ve la ricordate via Orefici come era dieci anni fa? Prima che il 5 dicembre 2008 la Coop Ambasciatori aprisse i battenti inaugurando un nuovo concetto di libreria, dove si poteva mangiare e bene, e soprattutto incontrarsi? Significa ricordare la meraviglia di quando per la prima volta abbiamo messo i piedi in questo luogo, che era stato un cinemaccio chiuso da due decadi, rimesso a nuovo, facendo convivere il soffitto di vetro con le vestigia della trecentesca chiesa di San Matteo degli Accarisi. Scoprendo pure che la cultura gastronomica italiana stava benissimo con quella letteraria mondiale. Oggi alle 18 si festeggiano i dieci anni di quella sorpresa, per brindare tutti insieme con panettone e spumante offerti da Eataly, insieme all’assessore alla cultura Matteo Lepore e ad Adriano Turrini, presidente di Coop Alleanza 3.0, e a tanti autori che qui sono di casa. A loro è stato chiesto un augurio.”

La santa trinità non poteva mancare: Comune di Bologna, Coop e Eataly; questa è arte. E’ la tipica “armonia” emiliana che tocca i suoi vertici. 

In verità molte piccole imprese artigiane e commerciali del centro storico erano, nel periodo precedente alla nascita della libreria, sottoposte a sfratto e le loro sedi a speculazioni immobiliari.

Così il sindaco di centrodestra Giorgio Guazzaloca acquistò lo stabile vincolandolo ad una ristrutturazione da 248.000 euro, di fondi regionali per piccole e medie imprese commerciali e artigiane. Pena la violazione della legge regionale n°41, 10 dicembre 1997. Non ci dovevano essere attività alimentari per evitare l’apertura del solito centro commerciale e distruggere definitivamente, come è stato, le poche attività artigiane rimaste in centro. Pena, anche, la violazione del piano locale del commercio. Ma alla fine del 2006 la giunta del sindaco Sergio Cofferati amplia il parterre a imprese più grandi. Al bando di gara si presenta solo Coop Adriatica, socia di Eataly, e apre una libreria di tre piani al cui interno ci sono un bar, un’osteria, un ristorante e scaffali con prodotti di Eataly ovunque tra i libri. Molto meglio di qualsiasi alimento. Qui i ristoranti sono cultura.

Ci spiega come l’articolo de La Repubblica che resta una perla.

“’È il luogo che mi ha cambiato la vita’, scrive Silvia Avallone (la scrittrice, ndr) che ci ha trovato pure marito. ‘Una cattedrale di libri’, per Francesco Guccini. ‘Un perfetto equilibrio tra corpo e spirito, purtroppo non comune nel nostro Paese’, si unisce Stefano Benni. Dieci dediche per altrettanti scrittori Brizzi, Cavazzoni, Fois, Machiavelli, Nori, Varesi, Sarchi diventate un poster. ‘L’idea fu di Pierluigi Stefanini, ricorda Romano Montroni, anima dell’Ambasciatori, ma il connubio con il cibo, benché quello buono di Eataly, mi scioccò. Mi sbagliavo’. Con Oscar Farinetti all’inizio si sono contesi gli spazi. ‘Io volevo 900 metri quadrati di libreria e 600 di cibo, lui 900 di cibo e 600 di libri. Fu Tiziana Primori (dirigente di Coop Adriatica, ndr) a darmi ragione’ ”.

Che bellezza! Che poesia!

Calabresi accusava Di Maio e il governo di cui fa parte di “troppa improvvisazione e un certo dilettantismo”.

Qui invece c’è arte, poi valutate voi di che tipo.

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